Roma, 4 set. (askanews) – In Italia si stima che siano circa 600.000 le persone con epilessia, malattia neurologica assai diffusa che colpisce indifferentemente uomini e donne e che ancora oggi, per le crisi improvvise con cui si manifesta, porta con sé uno stigma sociale che induce spesso pazienti e familiari a nasconderla. Le cause dell’epilessia sono molteplici tanto che sarebbe più corretto parlare non di epilessia ma di epilessie. I picchi di esordio si registrano in età infantile, in genere prescolare, e negli over 65. Il primo passo è una corretta diagnosi necessaria per impostare la giusta terapia.
“Una volta fatta la diagnosi si introduce la terapia. Con la terapia farmacologica – dichiara ad askanews Laura Tassi, Presidente LICE-Lega Italiana Contro l’Epilessia – noi non togliamo la causa, se non in rari casi, ma le medicine anticrisi dovrebbero controllare l’insorgere delle crisi all’interno del sistema nervoso centrale. La scelta della terapia è forse la cosa più delicata e più importante nell’ambito delle epilessie. La scelta della terapia si deve basare ovviamente sulla diagnosi corretta del tipo di epilessia, alcuni farmaci anticrisi funzionano nelle epilessie generalizzate ma non in quelle focali, ma ci sono poi moltissimi altri elementi che dobbiamo tenere in considerazione: il genere, l’età e poi ovviamente la presenza di concomitanti malattie. La popolazione pediatrica ha una serie di argomenti che ne rendono ancora più delicato il management. La terapia farmacologica quindi deve essere scelta in maniera che interferisca il meno possibile con lo sviluppo cognitivo del bambino e questo molto spesso è estremamente difficile”.
In questo contesto la decisione dell’Agenzia italiana del farmaco di inserire in classe A la sospensione orale di clobazam di Ethypharm rappresenta un tassello importante per l’accesso, in regime di rimborsabilità, a un trattamento per le forme di epilessia farmaco-resistenti in adulti e bambini a partire da un mese di età.
“Il clobazam – dichiara Pasquale Striano, Neurologo Pediatra Istituto “G. Gaslini” – è una delle benzodiazepine più utilizzate nella pratica clinica nella gestione del trattamento delle epilessie farmaco-resistenti e la disponibilità di una formulazione che sia particolarmente adatta alla terapia del bambino è fondamentale, tenendo conto che spesso è necessario trattare pazienti che hanno anche difficoltà a deglutire o una disabilità cognitiva. Quindi la disponibilità della formulazione orale ci permette non solo di avere a disposizione una formulazione ‘child-friendly’ ma anche di adattare la dose in base alle necessità del paziente. Peraltro ancora più importante è che può essere prescritto dal medico di medicina generale o dal pediatra di famiglia semplificando il percorso di cura dei pazienti e, a mio parere, anche questo – conclude – è un piccolo ma significativo avanzamento nella ricerca di una terapia più facile, più comoda per il paziente”.