Firenze, 29 ago. (askanews) – “Servono risposte concrete. Ho la sensazione che come per gli immobili sequestrati dalla mafia, noi dovremo vedere se nel patrimonio immobiliare degli enti pubblici, se vi siano immobili fatiscenti, dimessi che, se riadattati, possono essere utilizzati per incrementare la disponibilità del Cas”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
“Del resto il meccanismo fino al decreto Cutro qual era? Si entrava nei Cas e poi si andava nei Sai, nella strutture di accoglienza e integrazione, che oltre a offrire vitto e alloggio, all’immigrato si insegna i primi rudimenti di italiano, si sviluppano delle politiche attive sul lavoro. Ma i Sai -ha continuato Giani- sono stati limitati, infatti nei Sai ci sarebbe ancora posto, perché col decreto Cutro si è impedito di passare dai Cas ai Sai per i richiedenti diritto asilo. E questo secondo me è uno sbaglio. Si è burocratizzato il procedimento da Cas a Sai e quindi l’accoglienza, ma intanto cerchiamo di trovare più posti per l’accoglienza. Cercherò di fare anch’io un giro degli enti locali per capire se c’è uno sforzo per trovare spazi per poter incrementare i Cas”, ha concluso Giani.