Morti sul lavoro, primo quadrimestre 2023: dati preoccupanti – askanews.it

Morti sul lavoro, primo quadrimestre 2023: dati preoccupanti

Non si inverte il trend, anzi, si registra un aumento a parità di periodo 2022
Ago 28, 2023
Roma, 28 ago. – Pubblicati da INAIL i dati degli infortuni sul lavoro del primo quadrimestre 2023: sono 264 le vittime rilevate da gennaio ad aprile, di cui 207 in occasione di lavoro e 57 quelli in itinere, con una media di oltre 66 decessi al mese e più di 15 alla settimana.

Rispetto allo stesso periodo del 2022, le vittime sono quindi 3 in più.

Il primo quadrimestre 2023 vede in zona rossa, e quindi con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 9 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), le seguenti regioni: Umbria, Valle D’Aosta, Abruzzo e Marche. In zona arancione: Veneto, Piemonte, Liguria, Lombardia e Sicilia. In zona gialla: Campania, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Puglia, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Lazio e Toscana. In zona bianca: Calabria, Basilicata e Molise.

In numeri assoluti, la Lombardia è ancora in vetta con 42 vittime in occasione di lavoro. Seguono: Veneto (23), Piemonte (18), Emilia-Romagna (17), Lazio (16), Campania (14), Sicilia (12), Toscana (11), Puglia (10), Marche e Abruzzo (8), Umbria (7), Liguria (6), Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige (4), Calabria (2) e Valle d’Aosta (1).

Nella graduatoria del nuovo anno per settore, il maggior numero di denunce arriva dal settore delle Attività Manifatturiere (21.529). Seguono: Costruzioni (9.195), Sanità (9.119), Trasporto e Magazzinaggio (9.018) e Commercio (8.742).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni dove le vittime sono 80 su un totale di 207.

L’incidenza di mortalità dei lavoratori con età compresa tra i15 e i 24 anni è il 50% in più rispetto a quella di chi ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (7,9 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 5,1).

L’incidenza di mortalità minima viene rilevata invece tra i 35 e i 44 anni (pari a 4,6 infortuni per milione di occupati), mentre la più elevata nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (29,1), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (16,6).

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 36, mentre sono 11 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

E il rischio di morte sul lavoro dei lavoratori stranieri si dimostra essere ancora superiore rispetto agli italiani. Gli stranieri, infatti, registrano 15,2 morti ogni milione di occupati, contro 8,3 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

Rispetto al periodo gennaio-aprile 2022, le denunce di infortunio continuano a diminuire: si è passati dalle 254.493 denunce del 2022 alle 187.324 di aprile 2023, con un calo del 26,4%.

È importante ricordare come nel 2022, e in particolare nei primi mesi dell’anno, fossero ancora molti gli infortuni denunciati connessi al Covid che oggi, invece, hanno poco peso nelle statistiche.

In questo bollettino di guerra, segnaliamo Taddia Group, storica azienda che si occupa di tutelare chi ha avuto un danno ingiusto e per la quale il mestiere del risarcimento danni è una missione volta a tutelare i lavoratori e gli eredi affinché ottengano il giusto indennizzo.

Nel caso in cui un lavoratore abbia subito un infortunio sul lavoro, anche mortale, gli aventi diritto si possono rivolgere a una delle 120 agenzie di Taddia Group, sparse su tutto il territorio nazionale.

La maggior parte delle volte, infatti, l’infortunato si limita a richiedere la liquidazione del danno all’INAIL, trascurando altri danni, come quello morale, esistenziale o patrimoniale che vanno risarciti da parte del datore di lavoro. L’Inail fino al 6 % non liquida nessun indennizzo.

Il lavoratore che ha subito un infortunio è tenuto a denunciarlo immediatamente al proprio principale, il quale deve a sua volta denunciare l’accaduto all’Inail. Per prima cosa è importante fornire al proprio patrocinatore tutti gli elementi utili a comprovare la responsabilità: dinamica dell’accaduto, certificati medici e testimoni, se presenti.

Una volta dimostrata la responsabilità del datore di lavoro nell’infortunio, bisogna agire nei suoi confronti per ottenere l’ulteriore risarcimento del danno differenziale (ovvero ciò che di diritto spetta al lavoratore oltre al risarcimento dell’Inail).

Per una consulenza gratuita contatta Taddia Group selezionando il seguente link: https://www.infortunistica.it/richiesta/