Roma, 28 ago. (askanews) – Pneumatici dati alle fiamme a Tripoli, mentre domenica sono scoppiati movimenti di protesta spontanei nella capitale libica e nelle sue periferie in seguito all’incontro informale avvenuto a Roma tra la ministra degli Esteri libica, Najla al Mangoush, nel frattempo sospesa, e l’omologo israeliano Eli Cohen, che ha definito il bilaterale “un primo passo storico per stabilire relazioni” tra i due Paesi.
Al Mangoush aveva affermato che l’incontro era stato “fortuito e non ufficiale”, ma le proteste – che rappresentano un netto rifiuto di fronte a una normalizzazione delle relazioni tra Libia e Israele – erano già scoppiate in diverse città libiche, tra cui la capitale.
La Libia non riconosce Israele, dato che Tripoli sostiene la causa palestinese, mentre lo Stato ebraico sta cercando di costruire legami più stretti con un maggior numero di Paesi arabi e a maggioranza musulmana, come la Libia, ricca di petrolio. Oltre a sospendere Mangoush, il primo ministro Abdul Hamid Dbeibah l’ha deferita per un’indagine.