Rimini, 25 ago. (askanews) – E’ l’intreccio tra Comunione e Liberazione e la politica, soprattutto nei momenti storici del Movimento fondato da Don Giussani, con la guida di Carron fino all’attuale presidenza del laico Davide Prosperi, il filo conduttore del volume del giornalista Marco Ascione “La profezia di Cl” (in uscita il 25 agosto per Solferino).
“La domanda è che cosa mi ha spinto a scivere ‘La profezia di Cl’ – afferma ad askanews il giornalista -. Ciò che mi ha spinto è la curiosità, da cronista. Mi è parso che in qualche modo il Movimento fosse passato dalla morte di Giussani all’arrivo di Prosperi senza fare un bilancio del periodo (16 anni) guidato da Julian Carron. Un periodo che ha terremotato in qualche modo il Movimento, cambiando il modo di approcciarsi alla politica in maniera importante. E quindi ho pensato che fosse giunta l’ora di raccontare questa storia, a tratti anche dolorosa per il Movimento, perché comunque li ha divisi, anche in due partiti, ma valeva la pena di farlo e di rimettere in ordine quello che è accaduto in questi anni: dalla lettera del 2012 di Carron a Repubblica sull’onda delle inchieste che riguardavano uomini del Movimento, la decisione di non schierare il Movimento al Family Day del 2016 contro la legge della Cirinnà, i volantini che Cl emana in occasione le elezioni e che poi durante la gestione Carron hanno via via negli anni assunto un tono diverso che non indicava più l’appoggio a determinate figure che magari erano espressione del Movimento. Quello che è stato interessante raccontare – sottolinea Ascione – è ripercorrere non solo quello che ha fatto Carron ma quanto sta accadendo con la nuova guida di Prosperi. Prosperi si trova ora a gestire un nuovo tipo di problema, che è quello della governance, della guida del Movimento”.
Ora nuove sfide attendono il movimento. “Comprensibilmente Prosperi si trova a gestire questa situazione, una situazione delicata. In questo momento – sottolinea – il suo focus è più questo che la politica. Allo stesso tempo dai primi segnali di questi anni è parso che stesse inviando qualche segnale a quella parte del mondo politico che Carron aveva trascurato, che è il mondo più vicino al centrodestra, più vicino storicamente a quello schieramento che il Movimento ha sempre ritenuto vicino”.