Sanità, Bassetti: compiute scelte disastrose negli ultimi 20 anni – askanews.it

Sanità, Bassetti: compiute scelte disastrose negli ultimi 20 anni

“Problema non sono medici a gettone ma stipendi più bassi in Ue”
Ago 24, 2023

Genova, 24 ago. (askanews) – “Spero che la storia del collega che, a gettone, guadagna molto più di un primario del Ssn serva a far capire ai nostri politici quali scelte disastrose e scellerate sono state compiute negli ultimi 20 anni. Il problema non è infatti che il collega a gettone guadagni lecitamente 150.000 euro all’anno, ma sono tutti quei medici che negli ospedali pubblici italiani hanno gli stipendi più bassi d’Europa, a fronte di pessime condizioni di lavoro e di orari pesantissimi”. Lo scrive su Facebook l’infettivologo genovese Matteo Bassetti.

“Facciamo alcune considerazioni – aggiunge Bassetti – sul lavoro a gettone. Quali sono i criteri di selezione di questi medici? Spesso l’unico requisito richiesto alle società che forniscono personale esterno agli ospedali è che i medici siano iscritti all’ordine. Ci sono quindi anche medici senza esperienza, non specializzati, medici in pensione o addirittura stranieri che non parlano l’italiano. Capita spesso che pur di reclutare il professionista che copra il turno, si abbassino i requisiti richiesti. Rispetto ai medici strutturati inoltre, quelli a gettone non conoscono l’organizzazione della struttura sanitaria in cui operano, gli obiettivi, le procedure, ma nemmeno il software di gestione delle cartelle e degli esami del sangue dei pazienti”.

“Ma perché – si chiede l’infettivologo – siamo arrivati a tutto questo? Il problema è a monte. Il sistema produce meno medici di quanti ne servano (abbiamo fatto scappare troppi ragazzi con la passione per la medicina con test fatti e pensati male). Negli ospedali italiani scarseggia il personale medico-sanitario, in particolare nei pronto soccorso, dove oggi mancano circa 5.000 medici. Negli ultimi anni si è dibattuto molto della questione dell’imbuto formativo, tale per cui i posti nelle scuole di specializzazione erano inferiori al numero di laureati in medicina. Negli ultimi anni questo problema è stato superato e il Ministero ha messo a disposizione un numero maggiore di borse di specializzazione. Ma visto che gli specializzandi poi ci mettono quattro o cinque anni per completare il percorso, ancora oggi il nostro sistema sanitario soffre della mancanza di personale dovuta alle scelte fatte in passato”.

“Oltre a questo – conclude Bassetti – c’è anche un problema che riguarda nello specifico il lavoro in pronto soccorso e in altre specialità poco attrattive: alti livelli di stress, turni massacranti, grandi responsabilità. Il tutto in cambio di bassi compensi, assolutamente non competitivi. Quest’anno, circa la metà delle borse messe a bando per specializzarsi in medicina di emergenza-urgenza in altre specialità non attrattive sono rimaste non assegnate. Di fronte a tutto questo la politica non può continuare a girarsi dall’altra parte. Occorre, da una parte, una profonda riflessione su quale futuro dare al Ssn, dall’altra ripensare il sistema di reclutamento dei nuovi medici e rendere più attrattive alcune specialità ospedaliere più impegnative”.