Roma, 17 ago. (askanews) – “Spesso i tribunali hanno preceduto il legislatore per quanto riguarda temi come il fine vita. Il padre di Eluana Englaro, ad esempio, ha ottenuto l’autorizzazione a sospendere l’alimentazione non dal Parlamento, riunito a discutere senza concludere nulla, ma tramite la sentenza di un tribunale. Viene detto impropriamente ‘suicidio assistito’, io parlerei piuttosto di riconoscimento del percorso di fine vita, che forse è anche più rispettoso. Io non sono qui a promuovere il fine vita, ma un fatto di civiltà: un diritto che deve essere garantito ai cittadini. Se succedesse a me vorrei poter decidere”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia in diretta sul canale Twitch di Ivan Grieco.
“Non stiamo parlando – si legge nella nota stampa che sintetizza i contenuti del colloquio, diffusa dall’intervistatore – di casi in cui si ricorrerebbe al fine vita se, per esempio, si venisse lasciati dalla fidanzata. Parliamo di una cosa seria, di casi di malati terminali. La signora Gloria, nome di fantasia, ha avuto accesso a questo percorso, appellandosi alla sentenza della Corte Costituzionale. Ma un Paese civile deve dotarsi di una legge, è impensabile gestire questa questione tramite una sentenza. Finirà che, se questa legge non la facciamo per scelta, la faremo per necessità perché ormai ci sono sempre più casi di questo genere”, ha concluso Zaia.