Milano, 16 ago. (askanews) – A inizio 2023, i 938 ristoranti italiani presenti a New York rappresentano l’11% di tutti i ristoranti della Grande Mela, i 324 di Melbourne pesano per il 9% del totale della città australiana e nelle metropoli sudamericane di Rio De Janeiro (722) e Buenos Aires (373) la cucina italiana vale rispettivamente l’8% e il 7% del totale. Tra i dati analizzati durante il settimo forum “La roadmap del futuro per il food and beverage” di Bormio organizzato da The European House – Ambrosetti spicca un dato su tutti: la città con più ristoranti italiani al mondo è Tokyo, con quasi 5.000 ristoranti che pesano per il 4,9% del totale della metropoli giapponese. Sono molti anche a Los Angeles (570 pari al 5,3% del totale), a Hong Kong (541, il 4%) e Pechino con 253 locali tipici italiani, vale a dire il 2,1% di tutti i ristoranti della capitale cinese.
“La ‘fame’ di made In Italy e di prodotti italiani – ha dichiarato Valerio De Molli, managing partner & Ceo, The European House – Ambrosetti – è dimostrata anche dalla presenza di locali tipici direttamente sul territorio estero dove l’Italia supera con grande distacco i due principali Paesi competitor: Francia e Spagna. Vi sono alcuni elementi che limitano, tuttavia, la presenza internazionale dell’alimentare italiano, su tutti la frammentazione di un settore composto per l’85% da piccole imprese con quindi un’inferiore propensione all’investimento e il fenomeno dell’italian sounding, l’evocazione di italianità su prodotti agroalimentari non italiani. Un fattore che pone pressione sulla competitività delle esportazioni made in Italy autentiche”.
A Tokyo, dove i ristoranti italiani sono 4.982 (il 4,9% del totale) quelli francesi si fermano a 2.131 (il 2,1%) e quelli spagnoli a 492, solo lo 0,5% della megalopoli giapponese. Rimanendo in Asia le proporzioni non cambiano a Hong Kong (541 italiani, 286 francesi e 126 spagnoli) così come a Pechino: 253 locali del Bel Paese (il 2,1% del totale), 94 francesi (0,8%) e solamente 28 spagnoli (0,2%). In America del Nord la differenza è molto marcata: 938 ristoranti italiani a New York rappresentano il 10,9% del totale, ma i francesi si fermano a 232 (2,7%), stessa quota degli spagnoli. Sulla costa ovest l’amore per l’italianità è lo stesso: a Los Angeles i 570 ristoranti italiani rappresentano il 5,3% del totale, mentre quelli francesi si fermano a 104 (1%) e gli spagnoli arrivano a 264 (2,5%). Anche a Melbourne Italia è sinonimo di buona cucina: 324 ristoranti italiani (il 9% del totale), 83 francesi e 61 spagnoli. Anche in SudAmerica la sproporzione è evidente: a Rio de Janeiro la cucina italiana conta 722 locali dedicati (8% di tutti i ristoranti), 110 francesi (1,2%) e 48 spagnoli, mentre a Buenos Aires gli spagnoli (274) superano nettamente i francesi (81), ma non gli italiani: 373 ristoranti in totale, il 7% di tutti i locali della capitale Argentina.