Roma, 10 ago. (askanews) – Il dipartimento Patrimonio di Roma Capitale garantisca nei tempi previsti trasparenza rispetto alle assegnazioni di locali pubblici. Lo cercano con un ricorso al Tar del Lazio le associazioni romane della rete Caio che in un post diffuso dai propri social lamentano che “Ormai è agosto, e come ci ha insegnato l’assessore Zevi, agosto è il mese in cui si prendono le decisioni sul patrimonio di Roma Capitale. Quest’anno però a farlo sono state le associazioni, nello specifico quelle che fanno parte della nostra rete, che nel silenzio dell’amministrazione che non ha ancora risposto alle istanze presentate dalle realtà sociali a marzo di quest’anno, e per questo è stata già ripresa e sollecitata anche dal responsabile dell’anticorruzione del Comune sempre dietro una nostra diffida, hanno deciso di presentare ricorso proprio contro questo silenzio”. Un silenzio che, secondo le associazioni “da una parte trasgredisce a un preciso dovere indicato nel regolamento sul patrimonio partorito proprio da questa giunta; dall’altra mette nei guai proprio le associazioni, visto che una mancata risposta alle istanze presentate equivale ad un diniego, rispetto al quale se non si presenta ricorso fa cadere il diritto ad ottenere una eventuale concessione sulla quale di fatto l’amministratore non si è, ancora una volta, pronunciata”. In poche parole, sottolineano le associazioni “si sta ricreando nuovamente la stessa situazione che ha portato 500 realtà ad essere dopo decenni formalmente ed incolpevolmente abusive”. “E i veri responsabili di questa situazione, che fanno? – si chiedono da Caio – Noi il nostro dovere intanto lo abbiamo fatto e ci auguriamo che a farlo siano anche le altre realtà così da tutelarsi e non trovarsi di nuovo, tra qualche anno, a dover ricorrere ancora una volta contro le sentenze del Tar invece che contro gli atti dell’amministrazione. La politica invece inizierà prima o poi a fare il suo dovere?”, è l’amata conclusione delle associazioni.