Roma, 3 ago. (askanews) – La Commissione Bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale affronterà la questione con “una forte attività di ricerca e di analisi, perché bisogna tener conto dei risultati” che l’autonomia “può dare” alle diverse realtà territoriali e anche perché “partire dai dati può contribuire a sradicare certe derive ideologiche che ne hanno finora impedito l’attuazione”. In questo senso “potremmo anche fornire” ad altri organismi parlamentari “un supporto tecnico a beneficio della buona realizzazione del processo di autonomia”. Lo ha spiegato in un’intervista ad Askanews il nuovo presidente della Commissione, Alberto Stefani, deputato della Lega eletto in Veneto.
– Come intende procedere con i lavori della Commissione?
“Innanzitutto, con un forte sforzo di ricerca e di elaborazione dati perché credo, anzi sono perfettamente convinto, che un tema come quello del federalismo e del decentramento amministrativo debba tener conto anche dei risultati che questa riforma può dare dal punto di vista economico e finanziario, visto che in questo caso parliamo di federalismo fiscale. Però, oltre a questo, partire dai dati e dall’analisi degli stessi può contribuire a una consapevolezza collettiva” in grado di “sradicare certe derive ideologiche che hanno finora impedito” l”attuazione del decentramento e delle riforme federaliste, un “atteggiamento di ostacolo che spesso si è trincerato dietro scelte ideologiche che non tenevano conto della realtà effettiva. Per riassumere, quello che vorrei fare tramite questa accurata attività di studio e di analisi è arrivare ad una consapevolezza dei benefici che questa riforma può portare, non solo in Veneto e non solo al Nord, ma anche nel resto del Paese”.
– Quindi un approccio razionale al tema?
“Sì, razionale, che tenga conto dei dati. Il metodo è quello analitico, scientifico, di andare ad approfondire concretamente quelli che possono essere i risultati del processo di federalismo, senza inutili scontri ideologici, che purtroppo hanno tenuta ferma questa riforma per trent’anni”.
– Quali enti o personalità verranno auditi per primi?
“Dobbiamo ancora costituire l’ufficio di presidenza, non appena sarà fatto inizieremo con le audizioni. Sicuramente ci saranno delle audizioni ‘politiche’, quindi terremo conto della voce dei territori, delle Regioni, dell’Anci, delle province, ma vorrei soprattutto concentrare l’attenzione sui centri studi di organismi tecnici e su figure che ci possano illustrare i risvolti i benefici della riforma. Ricordo poi che quando parliamo di federalismo non parliamo solo dell’autonomia regionale ma anche dell’autonomia di Province e Comuni. E sul tema delle province, tra l’altro, stiamo intervenendo con la famosa riforma per riportarle ad essere Enti di primo livello, votate dai cittadini, con competenze e budget” necessari ad “avere una maggiore efficienza della macchina pubblica”.
– Il nome ufficiale della Commissione che Lei presiede è “per l’attuazione del federalismo fiscale”, ma oggi si parla solo di autonomia.
“Il nome della Commissione ‘per l’attuazione del federalismo fiscale’ era il nome originario della legge istitutiva del 2009, tanto è che in quegli anni si parlava molto di federalismo fiscale. Adesso si parla di autonomia che è un procedimento e un concetto per certi versi diverso, ma di fatto una visione federalista comprende anche la riforma dell’autonomia. Qui si parla di federalismo fiscale, per cui” la Commissione “avrà anche un approccio più concentrato sulla finanza pubblica rispetto al tema di altre commissioni, però è sicuramente una Commissione che si occuperà del processo di autonomia, magari guardando, con particolare attenzione, a quelli che possono essere i risultati o le integrazioni in ambito economico-finanziario e in ambito fiscale”.
– Il lavoro della sua commissione andrà in parallelo con i lavori al Senato sull’autonomia differenziata?
“Sì, mentre la Commissione affari costituzionali del Senato sta esaminando il disegno di legge sull’autonomia noi ci affiancheremmo, e su questo ho già preso contatti con il ministro Calderoli, come Commissione che può fornire un supporto tecnico a beneficio della buona realizzazione del processo di autonomia, che è al centro dell’agenda politica del governo per quanto riguarda le riforme istituzionali”.
– Non teme che Fratelli d’Italia, partito con orientamento più ‘centralista’, possa frenare le ambizioni della Lega sul progetto di autonomia?
“Che l’autonomia sia il nostro cavallo di battaglia lo si sa da trent’anni, la Lega ha portato questo tema al centro dell’agenda politica, siamo stati pionieri su questo tema. È indubbiamente vero, però, che questo tema è all’interno di un programma di governo e quindi gli alleati sicuramente lo rispetteranno, così come noi rispetteremo i punti programmatici che loro hanno portato nell’agenda politica del paese. Ci impegneremo affinché tutti capiscano i benefici che questa riforma può dare non solo al Veneto ma a tutte le regioni che decideranno di accedervi”.
– Lei è ottimista sul raggiungimento dell’autonomia?
“Sì, assolutamente sì”.