Roma, 28 lug. (askanews) – “Sale ogni giorno sempre più grande il grido d’allarme della Polizia Penitenziaria sulla grave situazione nel garantire l’ordine e la sicurezza all’interno delle sezioni detentive nel carcere Momtorio di Verona, che sta diventando più difficile e questo a discapito dell’incolumità del personale del Corpo”. Giovanni Vona, segretario nazionale per il Triveneto del Sindacato autonomo polizia penitenziaria. da notizia degli ultimi gravi episodi critici accaduti nella struttura detentiva di via San Michele: “Nella giornata di mercoledì 26 luglio, all’interno di un Reparto detentivo, è scoppiata una rivolta da parte dei detenuti, che si sono barricati utilizzando le lenzuola per legare i cancelli, mettendo tra le sbarre tavolini e sgabelli e per riportare l’ordine e la sicurezza nel reparto detentivo, oltre all’instancabile personale di Polizia Penitenziaria, è giunto sul posto anche il magistrato di sorveglianza di Verona”.
“Il giorno, successivo, poi giovedì 27 – prosegue Vona – nel pomeriggio un detenuto maghrebino ha incendiato la propria cella: l’intervento del personale di Polizia Penitenziaria è stato immediato per portare in sicurezza il detenuto. Però, a pagare le conseguenze, sono stati gli stessi Agenti intervenuti, che sono rimasti intossicati e portati al Pronto Soccorso dell’ospedale di Verona per le cure del caso”. Il Sappe non fa sconti: “Purtroppo, tutti i giorni, si stanno registrando eventi critici al Montorio nei quali a pagare le spese è sempre il personale di Polizia Penitenziaria. Tutto questo sta portando un malcontento generale tra il personale, facendo aumentare vertiginosamente le assenze per malattia. Non è più rinviabile un intervento urgente da parte delle Amministrazioni penitenziarie regionale e nazionale”.
Pieno sostegno alla protesta della Polizia Penitenziaria di Verona arriva da Donato Capece, segretario generale del Sappe: “Ci attiveremo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinchè le giuste proteste dei colleghi di Montorio trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Il Capo del DAP Giovanni Russo intervenga con celerità! Si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato”.
“Sono mesi che portiamo avanti le battaglie a favore di ogni singolo appartenente alla Polizia Penitenziaria”, spiega il leader nazionale dei Baschi Azzurri, “Mesi che rivendichiamo il nostro ruolo ormai attaccato da più parti e che vacilla sotto i colpi di normative che non ci tutelano di leggi troppo blande per chi delinque come la vigilanza dinamica ed il regime aperto nelle carceri e di quel partito dell’antipolizia che non perde occasione per strumentalizzare ogni singolo episodio. Dimenticando l’infinito lavoro quotidiano che tutte le donne e gli uomini in divisa compiono con abnegazione ed altissima professionalità ogni giorno”. Netta la denuncia del SAPPE: “Presto torneremo in piazza per manifestare il dissenso verso chi ci ha lasciato senza tutele di fronte a problemi sempre più complessi e per rivendicare tutele, garanzie funzionali e nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio, bodycam e Taser, su tutti nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali”.