Madrid, 24 lug. (askanews) – I risultati del voto in Spagna sono ben diversi dai sondaggi: il Partito Popolare ha ottenuto la maggioranza, ma dalle elezioni esce un Parlamento che in un certo senso resta “appeso”. E c’è un’ancora di salvezza per il primo ministro Pedro Sanchez, che potrebbe rimanere al potere grazie a un puzzle di alleanze.
Il voto, molto seguito, si è svolto appena tre settimane dopo che la Spagna ha assunto la presidenza di turno dell’Unione Europea. Il PP di Alberto Nunez Feijoò ha ottenuto 136 seggi, mentre i socialisti del primo ministro 122 (nel parlamento di 350 seggi); entrambi quindi sono lontani dai 176 seggi necessari per una maggioranza di governo. E nessuno dei due è stato in grado di raggiungerla anche con il sostegno dei principali partner politici, con l’estrema destra Vox che ha ottenuto 33 seggi e la sinistra radicale Sumar 31.
Gli altri potenziali alleati della coalizione sommano altri 19 seggi (7 gli indipendentisti catalani di Erc, 6 la sinistra radicale basca di Bildu, 5 i nazionalisti baschi del Pnv più altre formazioni minori) per un totale di 172. Gli indipendentisti catalani di Junts con 7 seggi, di fatto hanno la chiave della governabilità: senza il loro apporto, lo scenario più probabile è un ritorno alle urne.
Feijoò ha comunque rivendicato la vittoria: “Come candidato con più appoggio nelle elezioni, con tutta umiltà, ma anche con tutta la determinazione, mi assumo la responsabilità di iniziare il dialogo per formare un governo in accordo con la volontà principale che gli spagnoli hanno espresso alle urne.
Il premier uscente Sanchez da parte sua ha ottenuto in buona parte il risultato voluto con l’anticipo delle elezioni: “Qualche settimana fa, il 29 maggio, dopo le elezioni comunali e regionali, ho chiesto elezioni anticipate perché credevo, come ho sempre creduto, che noi come società dovessimo decidere quale direzione prendere – ha detto – un percorso in avanti per i prossimi quattro anni o un percorso all’indietro come proposto dal blocco involutivo del Partito Popolare con Vox”.
“Grazie a tutta la Spagna perché abbiamo dimostrato al mondo che siamo una democrazia forte, una democrazia pulita, una grande democrazia”. Ora inizia una fase negoziale che si preannuncia lunga e faticosa.