Milano, 20 lug. (askanews) – Le esplosioni di elettroni provenienti dai nuclei attivi delle galassia, i cosiddetti blazar, riveleranno nuovi segreti dell’Universo, anche grazie alla ricerca italiana. Il cosmo risplende di energia prodotta da stelle, nebulose, galassie, e, soprattutto, da questi getti di elettroni liberi, sui quali, in questi giorni sono state fatte nuove scoperte con i dati raccolti dall’IXPE (Imaging X-ray Polarimetry Explorer), osservatorio spaziale della Nasa, realizzato in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
Un Team internazionale di astrofisici, tra cui anche italiani, infatti, ha pubblicato su Nature Astronomy alcune scoperte sul blazar Markarian 421, un nucleo galattico attivo e una potente sorgente di raggi gamma nella costellazione dell’Orsa Maggiore, a circa 400 milioni di anni luce dalla Terra.
Gli strumenti di IXPE, in pratica, hanno mostrato come la misura della polarizzazione dei raggi X garantisca maggiori capacità di sondare la geometria del campo magnetico e l’accelerazione delle particelle in diverse regioni di questi getti.
La “fiammata” dei blazar, in direzione degli osservatori sulla Terra (come si vede in questa ricostruzione grafica della Nasa) è molto luminosa e, per questo, altamente rilevabile a causa dagli effetti dello spazio-tempo relativistico sulla luce del getto.
Nonostante decenni di studio, però, gli scienziati non hanno ancora compreso appieno i processi fisici che ne determinano la dinamica. Ma ora IXPE sta aprendo nuove frontiere, dando agli astronomi una visione senza precedenti di questi oggetti, della loro geometria e dell’origine delle loro emissioni.
I modelli teorici raffigurano una struttura del campo magnetico a spirale, come il DNA umano. IXPE ha riscontrato una variabilità inaspettata durante tre osservazioni prolungate di Markarian 421 a maggio e giugno 2022. Sorprendentemente, l’angolo di polarizzazione non è stato lo stesso: mentre nella prima osservazione è rimasto costante, nella seconda la sua direzione ha letteralmente fatto un’inversione a U, ruotando di quasi 180 gradi in due giorni. Con sorpresa, la direzione di polarizzazione ha continuato a ruotare alla stessa velocità nella terza osservazione.
Questa scoperta – spiegano gli scienziati – suggerisce l’idea che il plasma responsabile dell’emissione nei raggi X segua la struttura elicoidale del campo magnetico all’interno dei getti e le future osservazioni di Markarian 421 permetteranno di ottenere informazioni fisiche sul getto, come la dimensione spaziale della regione di collimazione.