Roma, 18 lug. (askanews) – “L’Italia è stata in grado di sostituire la maggior parte del gas fornito dai russi in meno di 6 mesi senza fermare la decarbonizzazione del 55% prevista dall’accordo di Parigi entro il 2030. Ma non è stato così nei grandi paesi e ovviamente noi stanno anche lottando per mantenere il ritmo della decarbonizzazione del 55%. La mia opinione è che l’unica strada che dobbiamo perseguire ora per ridurre la carbonizzazione sia l’energia nucleare, che è stata abbandonata in molti paesi, e questo è stato un errore, e ovviamente promuovere l’energia rinnovabile ovunque sia possibile”. Lo ha detto Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo ed ex ministro della Transizione ecologica in un’intervista alla Bbc.
“Prevediamo – ha detto Cingolani – che la prossima settimana sarà estremamente calda. Le previsioni parlano di un aumento oltre 4 gradi centigradi a Roma e al sud. in generale siamo di qualche grado centigrado sopra la media standard: sta diventando normale negli ultimi anni”.
Quanto è preoccupante? “Di sicuro – risponde Cingolani – c’è qualcosa legato al cambiamento climatico, quindi penso che dovremmo essere tutti preoccupati. Non è solo un problema italiano: è in Grecia, in Portogallo, negli Stati Uniti, anche nel Nord Europa le alte temperature stanno diventando una specie di consuetudine negli ultimi anni”.
Cosa non stavano facendo i politici?
“Il concetto di cambiamento climatico nel riscaldamento globale – afferma ancora l’ex ministro – è stato sottovalutato per anni. Ora siamo in ritardo. Penso che la maggior parte dei governi stia lavorando duramente per mitigare l’impatto del cambiamento climatico, ma questa è davvero una specie di corsa dell’ultimo minuto. Ricordo che nel 2021 eravamo molto ambiziosi. Potemmo concordare, tutti i 20 Paesi, per la riduzione di 1,5 punti di riduzione gradi centigradi nella seconda metà del secolo. Ma poi c’è stata la guerra in Ucraina e apparentemente dopo la guerra questa non era più una priorità. E la guerra ha cambiato molto il panorama energetico dell’Europa e questo non ha aiutato affatto”.