Genova, 17 lug. (askanews) – Nel cantiere subacqueo della nuova diga foranea di Genova, la più grande opera mai eseguita per il potenziamento della portualità italiana, sono in corso i lavori per il consolidamento dei fondali marini. Nell’area identificata come “Campo Prova 1”, infatti, hanno già preso forma le prime 100 colonne di ghiaia che garantiranno stabilità al basamento su cui poggerà la futura barriera.
Le colonne da realizzare sono in totale 70.000 e correranno lungo l’intero perimetro della nuova diga. All’interno del “Campo Prova 1”, nel primo mese, ne saranno realizzate circa 850, con l’obiettivo di completarle tutte entro i prossimi 17 mesi. Proseguono in parallelo a pieno ritmo anche le attività di stesa della ghiaia sul fondale marino, dove sono state già posate circa 185.000 tonnellate di materiale, mediante impiego di una nave da 3.600 tonnellate di portata e due pontoni più piccoli da circa 700 tonnellate complessive, che trasportano mediamente 3.000 tonnellate di ghiaia al giorno e che hanno già effettuato circa 90 viaggi di andata e ritorno da Piombino e Genova. La nuova diga foranea, commissionata dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, è realizzata dal consorzio PerGenova Breakwater, guidato da Webuild in collaborazione con Fincantieri Infrastructure Opere Marittime, Fincosit e Sidra, mentre a Rina sono affidate le attività di project management consulting. Per la sua costruzione, finanziata anche dal Pnrr, si stima l’impiego di 1.000 persone, tra personale diretto e di terzi. La realizzazione delle colonne di ghiaia avviene mediante una innovativa tecnica che prende il nome di “Wet Top Feed – Blanket Method” e prevede l’impiego di una sonda vibrante, il vibroflot, una sorta di ago lungo tra i 17 e i 21 metri. La sonda, agganciata a gru alte 40 metri e posizionate su piattaforme galleggianti, viene portata sul fondale marino su cui è stato precedentemente posizionato uno strato di ghiaia sufficientemente spesso per accogliere colonne di altezza di oltre 13 metri.
Vibrando e mediante l’utilizzo di getti d’acqua e aria combinati, la sonda penetra nel terreno e crea uno spazio di forma tubolare in cui progressivamente scivola il materiale ghiaioso circostante. A mano a mano che la ghiaia scivola, la futura colonna prende forma e viene progressivamente compattata. Opera unica nel suo genere in termini ingegneristici, nella sua configurazione finale sarà lunga 6.200 metri e andrà a sostituire l’attuale diga del porto di Genova, posizionandosi ad una distanza dalla banchina utile a consentire l’accesso al porto anche alle moderne navi definite “Ultra large” che oggi subiscono limitazioni per il ridotto spazio di manovra.