Roma, 15 lug. (askanews) – Movimenti in corso nelle banche italiane. Secondo quanto anticipa il Corriere della Sera, Nexi sta valutando la vendita della rete interbancaria (Rni). L’operazione rientrerebbe nel piano al 2025 di Nexi che contempla la vendita di alcune attività non strettamente legate alle transazioni digitali. Il proposito avrebbe spinto alcuni fondi di investimento a farsi avanti per la Rni. Un interesse – scrive la testata Milanese che l’azienda guidata da Paolo Bertoluzzo sta prendendo in seria considerazione. L’anticipazione giunge all’indomani dell’annuncio del lancio da parte di Banco Bpm, Fsi e Iccrea del secondo operatore italiano della monetica.
La rete nazionale interbancaria ospita i flussi dispositivi e informativi di istituti italiani, Poste e altri attori finanziari che così regolano i rapporti di dare e avere generati dalle operazioni degli utenti. Sviluppata da Sia, oggi parte di Nexi, l’infrastruttura è lunga circa 208 mila chilometri e si collega a Banca d’Italia, alla centrale rischi e al sistema di prevenzione delle frodi sulle carte. Per le controparti coinvolte e le informazioni gestite, la Rni è un’attività di interesse nazionale.
Fra i fondi interessati a rilevarla – scrive ancora il Corriere – figura F2i. Il gestore conosce bene la Rni poiché è stato azionista del suo costruttore, Sia, dal 2014 al 2019. Nel suo libro soci, poi, figurano Cdp Equity, Intesa, UniCredit, fondazioni bancarie, una compagine che potrebbe assicurare il presidio italiano di una rete strategica. Se l’affare andasse in porto, Nexi potrebbe incassare una somma significativa, liberando risorse per investimenti, dividendi, buyback, taglio del debito e acquisizioni.