Roma, 14 lug. (askanews) – Nel Mediterraneo vivono 48 specie di squali e ben 22 di queste (il 46%), sono in pericolo. Sono all’apice della catena alimentare e predatori fondamentali per mantenere l’equilibrio degli ecosistemi marini, ma il loro numero continua a diminuire drasticamente, al contrario di quanto facciano immaginare gli ultimi avvistamenti a largo delle coste italiane. Tra le cause, le catture accidentali durante le attività di pesca professionale. A fare il punto su queste specie, in occasione della Giornata Mondiale degli squali che si celebra oggi 14 luglio, è Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente che con la sua imbarcazione partita a fine giugno dalla Liguria sta monitorando lo stato di salute delle acque marine e delle coste. Approdata oggi in Basilicata, a Maratea (PZ), Goletta Verde mette al centro della tappa lucana due temi: la biodiversità marina, grazie anche al progetto Life ELife, raccontato di tappa in tappa a bordo di Goletta Verde, che si propone di migliorare la tutela di alcune specie di elasmobranchi (squali e razze), promuovendo pratiche di conservazione nel contesto della pesca professionale, attraverso azioni dimostrative messe in atto nei porti italiani, ciprioti e greci; il tema dell’istituzione dell’area marina protetta Costa di Maratea, occasione unica di tutela della natura e sviluppo sostenibile del territorio. Per l’associazione ambientalista, Maratea può diventare un simbolo e un’eccellenza per promuovere la transizione ecologica e accelerare il raggiungimento dell’obiettivo 30% del nostro Paese.
Secondo gli esperti del Life Elife, progetto cofinanziato dal programma Life dell’Unione Europea, gli incontri con gli squali, come quelli segnalati da pescatori e bagnanti in Toscana e in Sicilia nelle ultime settimane, sono aumentati negli ultimi mesi non perché ci sia stato un incremento di esemplari nel Mediterraneo (non ci sono evidenze scientifiche che lo dimostrino), ma solo perché è migliorata la possibilità di fotografare e di poter fare video di alta qualità, con condivisione mediatica immediata, a specie marine riconoscibili. Oggi, stando anche a quanto scritto nella Lista rossa dei vertebrati italiani 2022, la situazione per squali e razze nel Mediterraneo è più difficile che in passato anche a causa delle catture accidentali durante le attività di pesca professionale: alcune specie, come lo squalo elefante, lo smeriglio, il mako e il palombo, sono in pericolo critico di estinzione. Le reti da traino e i palangari, secondo l’ultimo report della FAO, sono i principali responsabili della maggior parte delle catture accidentali. Tra il 2000 e il 2022 sono state accertate le catture accidentali di 17203 individui nel Mediterraneo centrale, 10289 individui nel Mediterraneo occidentale, 6743 individui nel Mediterraneo orientale e 3944 individui nel Mar Adriatico. Per questo è importante aumentare la conoscenza della distribuzione della specie e sensibilizzare sull’importanza della conservazione degli squali su cui, anche a causa dei molti pregiudizi, ancora troppo poco è stato fatto. E un modo per coinvolgere attivamente i cittadini è la “SharkApp”, la App realizzata dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn con la collaborazione del progetto Life Elife – scaricabile gratuitamente, sia su Android che su iOS – tramite la quale è possibile segnalare gli avvistamenti di squali e diventare protagonista della salvaguardia di questa specie a rischio.
“Sono state poche troppe poche le azioni di conservazione efficaci portate avanti su questi animali, che ancora soffrono il pregiudizio del timore e la scarsa conoscenza della popolazione. Sono animali all’apice della catena alimentare, che devono essere trattati con la dovuta attenzione e rispetto – commenta Federica Barbera, dell’Ufficio Aree protette e Biodiversità di Legambiente. – Ben vengano, quindi, i progetti come Life ELife che favoriscono le buone pratiche di conservazione, coinvolgendo direttamente il mondo della pesca professionale, ma bene anche l’istituzione delle aree marine protette fondamentali per limitare le conseguenze dannose delle attività umane”.
Legambiente ricorda che tutelare le specie e gli ecosistemi è anche uno degli impegni presi dall’Italia nell’ambito della Strategia europea sulla biodiversità che, come l’Accordo di Kunming Montreal, ci chiede di proteggere il 30% delle terre e dei mari entro il 2030. Raggiungere questo obiettivo non è più solo una grande ambizione per il mondo della conservazione, ma una risposta a quanto stabilito dalla Nature Restoration Law, approvata dal Parlamento Europeo lo scorso 12 luglio. È la prima legge sulla natura proposta e approvata dal continente europeo e prevede il ripristino del 20% degli ecosistemi naturali entro il 2030, con l’obiettivo a lungo termine di eliminare i sistemi naturali degradati entro il 2050.
Il tema della biodiversità marina è stato affrontato oggi nel corso del webinar dal titolo “Squali nel Mar Mediterraneo: fake news, curiosità e minacce per la specie” in diretta streaming alle ore 11.00 sulla pagina YouTube di Legambiente e sul sito de La Nuova Ecologia (Rivedi la diretta). Durante l’incontro è stato fatto anche un collegamento con i laboratori educativi sullo stesso argomento, che si svolgono a bordo della Goletta Verde. Per quanto riguarda le fake news sugli squali, Goletta Verde sui suoi social smonta oggi con un’edizione speciale di Unfakenews targata Goletta Verde le principali bufale sulle specie.
Da Maratea, Goletta Verde lancia anche un appello affinché si realizzi entro il 2024 l’area marina protetta Costa di Maratea, richiesta dagli anni ’90 e che ancora non ha visto la luce. Per l’associazione ambientalista è fondamentale che si avvii e si realizzi al più presto il “cantiere Maratea Area marina protetta 2024” puntando allo stesso tempo su una maggiore sinergia e collaborazione tra istituzioni, comunità locali e realtà territoriali, elemento fondamentale per il successo e la realizzazione del progetto. L’istituzione dell’area marina protetta permetterebbe di generare una nuova economia per il territorio lucano capace di coniugare la tutela dell’ecosistema marino-costiero, lo sviluppo sostenibile del territorio e un turismo di qualità.
“Dagli anni ’90 – spiega Antonio Nicoletti, responsabile aree protette e biodiversità di Legambiente – che chiediamo l’istituzione del Parco, in stallo da 26 anni a seguito dell’inserimento del sito tra le aree di reperimento. Ma ancora manca una discussione seria nelle sedi politiche. Chiediamo un Cantiere per Maratea Area Protetta 2024, perché non possiamo permetterci di perdere l’occasione e rimanere indietro rispetto agli obiettivi italiani ed europei. La conservazione della natura deve procedere in parallelo con la lotta alla crisi climatica e siamo convinti che l’Area marina protetta in quest’area possa essere un formidabile strumento di tutela e un marchio di qualità convincente per coniugare lo sviluppo sostenibile del territorio con il turismo di qualità”.
Temi di cui si parlerà questa sera, 14 luglio alle ore 19.00, nell’incontro organizzato da Legambiente al porto turistico della cittadina costiera dal titolo “L’Area Marina Protetta Costa di Maratea per la transizione ecologica in Basilicata”. Domani sabato 15 luglio ore 11:00 al Bar del Faro, sempre nel Porto turistico di Maratea, la Conferenza stampa di presentazione dei dati del monitoraggio di Goletta Verde lungo le coste della Basilicata. Giunta alla 37° edizione, Goletta Verde ha iniziato il suo viaggio lungo la Penisola da Genova il 30 giugno e si concluderà l’11 agosto in Friuli-Venezia Giulia. La campagna è realizzata con le partnership principali di ANEV, CONOU, Novamont e Renexiae la media partnership de La Nuova Ecologia.