Roma, 13 lug. (askanews) – Mandare a processo Costantino Bonaiuti in relazione all’omicidio della giovane avvocatessa Martina Scialdone. Questa la richiesta di giudizio immediato della Procura di Roma nei confronti dell’ingegnere con incarichi nel settore aeronautico che la sera del 13 gennaio scorso, davanti ad un ristorante di viale Amelia, nella zona della Tuscolana, uccise la sua ex fidanzata. Nei confronti dell’uomo i pubblici ministeri contestano il reato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione. Su quest’ultima fattispecie gli inquirenti, nel capo di imputazione, affermano che Bonaiuti quella sera aveva portato con sé “essendo consapevole della volontà di interrompere definitivamente la relazione e controllando gli spostamenti” della donna “grazie all’installazione clandestina di un dispositivo gps collegandolo al suo cellulare”. Nei confronti del 61enne c’è anche l’accusa di porto illegale in luogo pubblico dell’arma, una Glock, che aveva perché appassionato di tiro a segno.