Roma, 10 lug. (askanews) – Attività di investimento in Italia in calo rispetto al picco registrato nel biennio passato ma più vivace rispetto al periodo pre-pandemico: nel corso del primo semestre del 2023 sono stati registrati 531 deal con target in Italia (- 14% rispetto allo stesso periodo del 2022), con un volume complessivamente investito pari a circa 25 miliardi (-25%). L’Italia accelera sugli investimenti all’estero: nel primo semestre 2023 sono state registrate 111 operazioni, con un aumento del valore medio di acquisizione rispetto al 2022. Il valore delle operazioni di M&A annunciate da aziende italiane su target estere segna il + 47%. E’ quanto energe dalla nuova edizione, appena pubblicata, dello Ey M&a Barometer secondo la quale continua ad aumentare l’incidenza del Private Equity: nel primo semestre del 2023 ha registrato un volume investito pari a 20,7 miliardi, il 42% delle acquisizioni in Italia è stata realizzata da questi operatori.
Nella seconda parte dell’anno si attende una pipeline sostenuta di transazioni in Italia, trainata dalla necessità di continuare i percorsi di trasformazione intrapresi, anche se rimane da colmare la distanza tra venditori e acquirenti.
“L’attività di investimento nel nostro Paese rimane solida: il numero di operazioni registrato nel primo semestre del 2023 è pressoché pari al numero di operazioni mappate nel corso dell’intero 2020 e ammonta a quasi il doppio della media storica delle operazioni nel primo semestre in periodo pre-Covid (tra il 2016 e il 2019). Il confronto con il 2022 è da leggersi tenendo presente che gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da un’attività M&A a livelli record, per effetto della consistente ripresa di investimenti e consumi e per la necessità di ripartire velocemente dopo i lockdown. A fronte di una riduzione dei megadeal , il mid-market continua ad alimentare l’attività di investimento, trainato dalle ampie opportunità di consolidamento che caratterizzano il tessuto industriale del nostro Paese e dalla necessità di aprire il capitale per sostenere gli investimenti necessari a riposizionare attività e operation in un nuovo scenario di mercato. Da sottolineare infine come le aziende italiane siano impegnate in un’intensa attività di investimento estero: questo trend mostra come le nostre imprese abbiano molto chiara l’importanza dell’espansione sui mercati esteri e come oggi l’attività M&A possa essere un rilevante acceleratore di questo processo” – commenta Marco Daviddi, Strategy & Transactions Managing Partner di EY in Italia.
“All’incertezza generata dall’attuale scenario geopolitico si è aggiunta una politica monetaria restrittiva con conseguente incremento dei tassi di interesse e del costo dei finanziamenti. Tutti questi fattori stanno determinando un allungamento dei tempi dei processi M&A e una focalizzazione su operazioni di dimensione più contenuta, al fine di limitare i rischi finanziari e operativi. Tuttavia, diversi elementi suggeriscono che il mercato M&A in Italia possa comunque registrare un livello d’attività sostenuto, seppur inferiore rispetto ai numeri record registrati nel 2021 e nel 2022. Rimane abbondante la liquidità già raccolta da investire e le imprese hanno molto chiaro che l’utilizzo della leva transazionale può essere un rilevante acceleratore dei processi di trasformazione necessari a mantenere competitività, anche tenendo conto delle tensioni commerciali sempre più accentuate tra Ovest ed Est del Globo, che richiedono veloci revisioni dei mercati in cui operare. Il PNRR rimane una straordinaria opportunità di supportare il processo di modernizzazione del nostro Paese, in particolare su tematiche specifiche, quali la trasformazione digitale, l’innovazione e la transizione energetica, specie se saprà sfruttare un effetto leva attraverso progetti in grado di coinvolgere aziende e fondi, favorendo la dinamica di investimento privato” – conclude Daviddi.