Firenze, 4 lug. (askanews) – La Regione Toscana ha deciso di potenziare le attività sanitarie, sociali e socio-sanitarie che hanno a che fare con la salute di donne, coppie e famiglie, bambine e bambini e giovani. Lo fa puntando e dando nuovo impulso alle azioni dei consultori: 152 al momento in tutta la Toscana, uno ogni 24 mila abitanti (già ora più diffusi dunque rispetto alla media nazionale), più di quarantasei anni di esperienza alle spalle ed un modello già allora, nel 1977 quando è stata approvata la legge regionale che li istituiva, altamente innovativo.
Il percorso di riorganizzazione dei servizi, che ben si legano all’architettura di una nuova sanità pubblica, quale quella disegnata dal Dm77 che si sta costruendo, con servizi diffusi sul territorio e sempre più vicina al cittadino, è partito nei mesi scorsi e ha coinvolto i professionisti delle Asl, associazioni e gruppi di interesse di tutta la Regione.
Adesso la giunta regionale, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, stanzia per i prossimi tre anni, fino al 2025, un milione e 900 mila euro, per dare attuazione ai nuovi indirizzi e dispone che entro sei mesi le Asl presentino un piano di adeguamento sulla base delle nuove priorità individuate.
“I consultori sono il luogo giusto dove fare prevenzione, per cui non è mai troppo presto – sottolineano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore Bezzini – ma i consultori hanno il compito anche di assistere le nuove famiglie sui progetti di vita. Per centrare l’obiettivo abbiamo deciso di riorganizzarli, di potenziare le loro attività nella rete dei servizi ospedalieri e territoriali, dare piena applicazione alla legge 194 del 1978, offrire mediazione culturale e dunque accesso alle informazioni e ai percorsi per i migranti, potenziare telemedicina e teleconsulti nonché rivolgerci ai giovani con una specifica attività di prevenzione”.