Hong Kong, 4 lug. (askanews) – Il leader di Hong Kong, John Lee, ha intimato agli otto attivisti pro-democrazia che si sono rifugiati all’estero di consegnarsi, il giorno dopo che la polizia ha emesso una taglia su di loro per aver violato la legge sulla sicurezza nazionale della città.
Tra gli attivisti ricercati, che chiedono maggiori libertà e democrazia nell’ex colonia britannica, c’è Nathan Law, volto simbolo del Movimento degli ombrelli nel 2014. Con altri sette è accusato di reati come collusione e incitamento alla secessione. Il governatore dell’ex colonia britannica ha promesso ricompense per chiunque fornisca informazioni utili ad arrestare i ricercati che vivono negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Canada e Australia. “La polizia deve usare ogni mezzo possibile per arrestarli – ha detto John Lee – perché questo è un messaggio forte per tutti: qualsiasi atto che metta in pericolo la sicurezza nazionale non sarà tollerato e saranno presi seri provvedimenti nei loro confronti.
“Per le persone ricercate, l’unico modo per porre fine al loro destino di latitanti che saranno perseguiti a vita, è arrendersi”.
Gli otto attivisti erano fuggiti da Hong Kong dopo che, nel 2020, Pechino avevo imposto all’hub finanziario un’ampia legge sulla sicurezza nazionale per sedare il dissenso dopo la repressione delle grandi proteste pro-democrazia del 2019. Lee ha invitato tutti ad aiutare la polizia, aggiungendo che anche “parenti e amici” degli attivisti possono essere informatori. Una mossa ampiamente criticata anche dai paesi in cui risiedono alcuni dei ricercati, nonostante la Cina parli di interferenze in “affari interni”.