Salute mentale, Fondazione Di Liegro: arte-terapia favorisce inclusione – askanews.it

Salute mentale, Fondazione Di Liegro: arte-terapia favorisce inclusione

In 10 anni oltre 1.800 persone coinvolte in laboratori musica e teatro
Lug 4, 2023

Firenze, 4 lug. (askanews) – Il teatro come forma di apertura verso gli altri e di inclusione sociale, l’utilizzo degli strumenti musicali per facilitare la comunicazione e l’apprendimento. I benefici dell’arte-terapia sono alla base di uno dei progetti realizzati dalla Fondazione Don Luigi Di Liegro, inaugurato nel 2013 e rivolto alle persone con disagio mentale. In dieci anni la Fondazione ha organizzato più di 90 laboratori, che hanno coinvolto oltre 1.800 partecipanti. Come da consuetudine al termine di ogni ciclo del programma, è andata in scena una rappresentazione finale dei laboratori di teatro, musica e arte, in attesa dell’avvio delle nuove sessioni dopo l’estate. La distribuzione degli utenti per caratteristiche anagrafiche all’interno dei laboratori rivela una età prevalentemente adulta – pur non mancando una quota di giovani – e un maggior numero di partecipanti di genere maschile.

In Italia gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici ammontavano a 778.737 unità nel corso del 2021, in base agli ultimi dati rilevati dal Ministero della Salute. Gli utenti erano di sesso femminile nel 53,6% dei casi. Dal conteggio era stata esclusa la Regione Calabria per la quale non erano disponibili i dati. I laboratori della Fondazione Di Liegro sono rivolti a persone con disagio mentale, che effettuano un percorso terapeutico riabilitativo in carico ai Centri di Salute Mentale delle ASL di Roma, e si avvalgono del contributo fondamentale di conduttori specializzati e di volontari che, dopo aver frequentato un corso formativo, accompagnano e sostengono l’impegno dei partecipanti, coordinati dai responsabili della Fondazione.

Oltre al teatro, alla musica e all’arte, durante l’anno sono state messe a disposizione degli utenti anche altre forme di espressione e di aggregazione a fini terapeutici, come i laboratori di fotografia e il fit-walking. Tutte queste attività risultano utili per acquisire empowerment ed esperienze di socializzazione e aiutano a risolvere le problematiche che alcune persone si ritrovano ad affrontare con l’affiorare dei disturbi sin dall’età giovanile. Inoltre i laboratori rappresentano un’efficace opportunità di integrare i percorsi terapeutico-riabilitativi.

Nello specifico, il laboratorio di teatro della Fondazione Di Liegro si configura come uno spazio protetto in cui le persone riescono ad esprimere il proprio mondo e tutto il loro potenziale inespresso attraverso l’arte. Questo è reso possibile mediante le attività che il conduttore del laboratorio di volta in volta propone: training fisico, attività di improvvisazione, esplorazione e comunicazione volte a stimolare la relazione e la creatività. Alla fine del ciclo viene portato in scena il materiale scritto e creato dai partecipanti stessi, come unione delle differenti esperienze che costituiscono lo spettacolo. La musico-terapia è un altro strumento che si è rivelato particolarmente efficace se inserito all’interno dei percorsi riabilitativi. La musica, infatti, permette di comunicare vissuti ed emozioni e di elaborare sensazioni che non si riescono a far emergere con le semplici parole nei contesti quotidiani, contribuendo a migliorare la qualità della vita. All’interno dei laboratori, organizzati ogni lunedì nel padiglione della Fondazione Di Liegro, vengono messi a disposizione dei partecipanti degli strumenti di percussione aperti e chiusi.

«Quello che può davvero aiutare le persone con disagio mentale sono le relazioni sociali che si creano intorno a loro. È importante che si sentano parte integrante della società e non di rappresentare un problema, e che percepiscano di avere qualcosa da dare agli altri» spiega Luigina Di Liegro, fondatrice e segretaria generale della Fondazione. «Negli anni la Fondazione si è specializzata nell’arte-terapia e organizza dei laboratori che permettono a tutte le persone che partecipano, non solo gli utenti ma anche ai volontari e ai familiari, di esprimersi attraverso dei canali universali e paritari, il cui linguaggio è lo stesso per tutti. Con le relazioni ci si può ammalare ma anche curare, quindi il coinvolgimento delle famiglie rappresenta talvolta il problema e al tempo stesso può essere la soluzione» aggiunge la psicoterapeuta Anna Maria Palmieri, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Di Liegro.