Roma, 3 lug. (askanews) – L’organizzazione per la Cooperazione islamica (Organisation of Islamic Cooperation, OIC) con base in Arabia Saudita, ha chiesto di adottare misure collettive per evitare in futuro che il Corano venga nuovamente bruciato in pubblico, diversi giorni dopo che una copia del libro sacro ai musulmani è stata bruciata fuori da una moschea in Svezia.
L’organismo formato da 57 Paesi si è riunito domenica nel quartiere generale di Gedda. “Gli Stati membri devono adottare una posizione unificata e delle misure collettive per prevenire la ripetizione di simili azioni ignobili”, ha affermato il segretario generale OIC, Hissein Brahim Taha.
Il segretario ha chiesto di inviare un “messaggio chiaro” dopo la profanazione e l’insulto al profeta Maometto, definendoli “non solo incidenti di ordinaria islamofobia”.
Mercoledì 28 giugno un cittadino iracheno residente in Svezia, Salwan Momika, 37 anni, ha calpestato una copia del Corano, dando poi fuoco ad alcune pagine del libro nel giorno in cui inziava la festa del sacrificio islamico (Eid al-Adha), che mette fine al pellegrinaggio alla Mecca (Haji), provocando reazioni di collera nel mondo islamico. A Karachi, città più popolosa del Pakistan, si è svolta una grande manifestazione di protesta, con tanto di rogo di una riproduzione di una bandiera della Svezia.