Presentata la Stagione 23-24 del Teatro G. Verdi di Trieste – askanews.it

Presentata la Stagione 23-24 del Teatro G. Verdi di Trieste

Con otto titoli d’opera e balletto tra i più popolari
Giu 30, 2023

Milano, 30 giu. (askanews) – Con otto titoli d’opera, dalle più popolari come l’apertura di Manon Lescaut dedicata al centenario pucciniano o il ritorno di Oren col suo titolo del cuore, Nabucco, alla seconda esecuzione mondiale dell’unico libretto scritto da Giorgio Strehler su commissione di Victor de Sabata, il balletto Giselle di SNG Opera in balet Ljubljana, un nuovo sito e una nuova immagine che ricalca l’eleganza gloriosa di uno dei teatri storici da sempre più internazionali del paese, torna dal 2 novembre al 23 giugno la stagione del Verdi di Trieste.

La Stagione d’Opera 23-24 dunque riporta Trieste al proprio Genius Loci, tra tradizione e innovazione, con una scelta di titoli ed allestimenti che intende rispecchiarne le mille sfaccettature andando incontro ad un pubblico sempre più internazionale e curioso. L’apertura del 2 novembre è dedicata al centenario Pucciniano del ’24 con Manon Lescaut nell’allestimento di Opéra de Monte-Carlo e del teatro tedesco di Erfurt. Dal 7 dicembre si prosegue con il ritorno postpandemico dell’amato Die Zauberflöte di Mozart, coproduzione del 2022 di Trieste con Aslico e il teatro americano Opera Carolina del regista, scenografo e costumista veneziano Ivan Stefanutti, noto per spaziare dall’opera al musical fino al balletto. Sul podio Beatrice Venezi. Il 2024 si aprirà con l’attesissimo ritorno di uno dei titoli “Tudor” di Donizetti, Anna Bolena, nello storico allestimento del 2007, celebrato dalla migliore critica, di Graham Vick. Con Ariadne auf Naxos di Richard Strauss a febbraio si potrà godere non solo di un titolo mancante in città dal 2004 e il cui ricordo si lega ad uno dei nomi più amati della cultura giuliana, il professor Franco Serpa scomparso lo scorso anno, ma anche di uno degli allestimenti più apprezzati degli ultimi anni, quello della stagione del Teatro Comunale di Bologna a firma del regista scozzese Paul Curran, ardita e coinvolgente operazione di teatro nel teatro, imperdibile per chi si fosse perso l’occasione emiliana nel ’22. A marzo il Nabucco di Verdi vedrà il ritorno sul podio di Daniel Oren, direttore amatissimo in città per giunta impegnato in quello che egli considera il suo titolo più sentito. A maggio con la Cenerentola di Rossini tornerà sul podio Enrico Calesso, con la produzione del Teatro Carlo Felice di Genova del ’22 firmata da due dei protagonisti più vivaci, frizzanti ed attivi del panorama italiano, Paolo Gavazzeni e Pietro Maranghi, ed un cast che finalmente rivede al Verdi una delle glorie internazionali del Bel Canto giuliano, il baritono Giorgio Caoduro, mancante dal teatro della sua città da ben 12 anni e per giunta nel ruolo a lui più caro e che maggiore fortuna gli ha portato nel mondo, Dandini. E sempre a maggio, dopo il trionfo assoluto di Romeo and Juliet, torna il grande e giovane balletto di Ljubljana guidato dalla verve e dall’instancabile creatività del suo direttore artistico, il veronese-viennese Renato Zanella, con Giselle di Adam. Infine importante e simbolica chiusura dal 14 al 23 giugno con il dittico novecentesco Il Castello del Duca Barbablù di Béla Bartók nella nuova regia di Henning Brockhaus, vero maestro già apprezzato a Trieste per il suo Macbeth storico, e soprattutto un pezzo ineludibile della storia culturale di Trieste che torna doverosamente a casa: la seconda esecuzione mondiale de La Porta Divisoria, unico libretto scritto da Giorgio Strehler su commissione di Victor De Sabata per La Scala di Milano. Una stagione dunque che da un lato riconferma la vocazione del Verdi a coltivare nel proprio seno giovani talenti di futuro successo, accostandoli ad artisti di consolidata fama ed esperienza in un ideale solco abbadiano pienamente condiviso dal suo Direttore Artistico Paolo Rodda; d’altro canto ritrova proprio nei titoli e nelle scelte di repertorio quello slancio identitario, trasversale alle culture europee di cui è intriso, così che tornando a se stesso, il Verdi in realtà si rivolge al mondo. La campagna abbonamenti si apre il 4 luglio e si chiude domenica 12 novembre 2023.