Genova, 27 giu. (askanews) – “Distraggono l’opinione pubblica con i ‘no’ ai ‘no’ e, peggio, liquidano i comitati come se non avessero diritto di parola. Atteggiamento quanto mai discutibile. Ma sulla questione del nuovo rigassificatore ligure sono già state versate troppe parole senza che sia stata fatta la dovuta chiarezza”. Lo afferma il consigliere del M5s in Regione Liguria, Paolo Ugolini, primo firmatario di un’interrogazione per chiedere al presidente Toti se non ritenga necessario “promuovere un confronto con il governo e Gnl Italia per attuare la convenzione socioeconomica a favore dello spezzino per il rigassificatore di Panigaglia e se, prima di avviare qualsiasi iter per nuove localizzazioni, non ritenga necessario un confronto con tutti gli interlocutori istituzionali e sociali”. “La procedura di autorizzazione di progetti come quello citato da Toti – sottolinea Ugolini – pur interna a una logica commissariale, richiede passaggi in Conferenza dei servizi e non può derogare completamente alle procedure ambientali quali ad esempio la Via. La dichiarazione del presidente secondo cui il piano nazionale del governo prevede un nuovo sito ligure è incompleta: l’assenso alla localizzazione dipenderà infatti dalle procedure di legge e dai parametri del Dlgs 257/2016, compresa la necessità di valutare per tempo conseguenze, ricadute e impatto sul settore portuale. Ricordiamo che le ipotesi di localizzazione davanti ai porti di Vado ma soprattutto di Genova, pone peraltro questioni di rischio di incidente portuale in un quadro che ci vede senza un piano di emergenza esterna complessivo e non legato ai soli singoli impianti Seveso”. “Dire poi – aggiunge il consigliere regionale del M5s – che una parte del gas del nuovo rigassificatore ligure potrà essere lasciato alle imprese locali, ignora il fatto che le strutture contrattuali del mercato globale del Gnl rimangono prevalentemente legate a contratti di lungo termine pluriennali (mediamente 20 anni), riducendo quindi i margini di flessibilità nel dirottare carichi da un punto all’altro e quindi da un utilizzatore all’altro”. “Per quanto riguarda i ‘benefici’ per il territorio – conclude Ugolini – ricordiamo che l’attuale normativa, peraltro non citata da Toti, prevede che ai gestori di rigassificatori a terra e offshore siano destinati 30 milioni di euro ogni anno fino al 2043: si tratta di somme che nel caso dello spezzino, non hanno mai avuto alcuna ricaduta. Impianto per il quale ci permettiamo di ricordare che non è mai stata attuata la norma prevista dalla disciplina dell’Aia, che prevede un’apposita convenzione socioeconomica di compensazione dei danni ambientali prodotti dal rigassificatore”.