Roma, 27 giu. (askanews) – “Gli effetti della spaventosa alluvione in Romagna potevano essere attutiti da un’attenta strategia preventive che Cia-Agricoltori Italiani ha sempre auspicato in questi anni. Le tecnologie moderne sarebbero potute venire, infatti, in soccorso della manutenzione del territorio, impedendo la tragedia che è avvenuta e limitandone i danni”. Così il presidente Cia, Cristiano Fini, intervenendo all’Agrifood Summit organizzato da Il Sole 24 ORE.
“Purtroppo, le piogge cadute in collina si sono, invece, scaricate con veemenza sulla pianura e senza manutenzione dei boschi, molti fusti secchi si sono riversati nei fiumi. A questo si è aggiunta la mancata manutenzione degli argini dei fiumi”, ha aggiunto.
“Troppa ideologia ha impedito in passato di intervenire sul territorio: ora bisogna affidarsi solo alla ricerca e alla scienza. La situazione attuale in Emilia-Romagna è ancora statica, al di là della grande volontà dei romagnoli – ha proseguito Fini – C’è molta incertezza nel futuro per mancanza di una strategia nella ricostruzione. Chi è ripartito, lo ha fatto con risorse proprie, senza garanzie di risarcimenti. Serve poi chiarezza sull’interlocutore, il commissario non è ancora stato nominato, e in questo momento è indispensabile una figura istituzione con cui i corpi intermedi possano interfacciarsi. Le imprese stanno aspettando le risorse. Se una prima tranche è stata già stanziata, se ne attendono altre con la Legge di stabilità di fine anno”, ha concluso Fini.