Sanità, De Luca: servono misure di guerra, no ai medici da Cuba – askanews.it

Sanità, De Luca: servono misure di guerra, no ai medici da Cuba

Facciamo concorsi e mandiamo in trincea i giovani laureati
Giu 22, 2023

Napoli, 22 giu. (askanews) – “Per il personale dobbiamo deciderci a prendere delle misure di guerra. La Campania non vuole fare come la Calabria, non vogliamo prendere medici cubani, portiamo Cuba nel cuore ma i medici cubani stanno bene a Cuba”. Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a margine di un’iniziativa all’ospedale Monaldi di Napoli.

“Vogliamo avere – ha aggiunto – prestazioni di qualità e garantite, non gente che viene per prendere una retribuzione oraria magari il doppio di quello che prendono i medici presenti, senza la garanzia della qualità delle prestazioni. Abbiamo un problema che riguarda i concorsi, anche qui dobbiamo prendere delle decisioni. Facciamo dei concorsi che vanno deserti per l’area dell’emergenza, per un periodo anche per gli anestesisti, fatto il concorso dopo 24 ore lasciano l’ospedale e se ne vanno da altre parti. Non va bene, facciamo fatica a mandare medici a Ischia, Capri e nelle aree disagiate. Vuol dire che almeno per due anni se fai il concorso stai dove diavolo devi stare”.

Secondo il governatore campano occorre, poi prendere altre misure, “non c’è niente da fare: se partiamo oggi con il personale se ne parla tra sei anni, dobbiamo cominciare anche a far funzionare più il cervello. I giovani laureati di oggi sono più svegli rispetto alla mia generazione”. “Se un ragazzo si è laureato in medicina mandiamolo in trincea, non perdiamo tempo. Meglio quel ragazzo laureato rispetto a chi viene da Cuba. Il giovane non deve fare il primario, avrà il primario che lo educherà, lo aiuterà, ma probabilmente si formerà meglio lavorando in trincea e capendo la fatica, oltre che la crescita professionale. Non possiamo più consentirci tempi di attesa per scuole di specializzazione di 4, 5 o 6 anni. Non sono più tempi compatibili con la vita degli esseri umani. Dopo due anni vanno buttati in trincea subito, meglio questo che stare nell’impossibilità di fare i turni”, ha concluso De Luca.