Roma, 22 giu. (askanews) – “E’ con viva attenzione e soddisfazione che accogliamo l’approvazione in Commissione Agricoltura della Camera della risoluzione 84 a prima firma dell’On.le Bruzzone sulla PSA”: così Pietro D’Angeli, presidente di Assica, l’Associazione Industriali delle carni e dei Salumi, commenta la mozione approvata in Commissione agricoltura della Camera sulla lotta alla Psa, la peste suina africana.
L’auspicio è che venga data rapida attuazione a quanto previsto nella risoluzione : posa in opera di sistemi di prevenzione e tutela degli allevamenti (recinzioni nelle zone libere da PSA ma più sensibili per quantità e pregio delle produzioni), abbattimenti intensificati della fauna selvatica e pronta eradicazione della malattia dal territorio continentale.
“L’articolato testo della mozione – spiega D’Angeli – dimostra l’alto livello di attenzione dei parlamentari della Commissione per un tema su cui Assica non ha mai smesso di adoperarsi sia come imprese in prima linea e sia come associazione di categoria collaborando ad ogni livello per la messa a punto di strategie e soluzioni volte all’eradicazione di questa malattia veterinaria, tanto innocua per l’uomo quanto perniciosa per la filiera suinicola e le sue pregiate produzioni di carni e salumi”.
Da gennaio 2022 la filiera, ha ricordato, perde 20 milioni di euro al mese di export verso quei Paesi Terzi che hanno chiuso all’invio di carni e salumi italiani in via precauzionale, senza riconoscere l’applicazione del principio di zonizzazione come invece fa l’UE. Le iniziative fin qui poste in essere, spiega Assica, “hanno rivelato diversi limiti ed ora non è più rinviabile un’azione decisa e più intensa di prima” per la messa in totale sicurezza di quelle aree culla della suinicoltura nazionale come l’alto Piemonte, la Lombardia e l’Emilia Romagna che vengono minacciate da vicino dalla comparsa di nuovi focolai.
“Il rischio è che possano essere compromesse le capacità produttive della suinicoltura nazionale di base e dunque possa venire a mancare la materia prima per le pregiate produzioni di Parma e San Daniele, tra le altre – ha continuato il presidente di Assica – E’ nostro primario obiettivo fare tutto il possibile per giungere ad una tempestiva eradicazione della malattia: le azioni da compiere sono note da tempo e vanno dalla posa di recinzioni di salvaguardia e contenimento del selvatico, agli abbattimenti programmati da parte di soggetti professionali in grado di intensificare il ritmo di depopolamento del principale veicolo di trasmissione della malattia, il cinghiale selvatico appunto”.