Roma, 16 giu. (askanews) – Negli ultimi anni assistiamo ad un vero boom dei trattamenti di medicina e chirurgia estetica nel nostro Paese e la richiesta è in continuo aumento; ma non essendoci una regolamentazione precisa in materia, il rischio è quello di imbattersi in figure professionali improvvisate o addirittura non autorizzate. Un “Far West” che tra “abusivi”, e persino “fai da te”, può avere serie conseguenze per il paziente. Per questo motivo, la Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST) – in occasione del 97° Congresso Nazionale, a Napoli – punta sulla formazione di dermatologi e medici. L’obiettivo è dotare gli esperti di tutti gli strumenti per assicurare il benessere del paziente. Ma non solo, per la SIDeMaST occorre prestare particolare attenzione anche alla valutazione psicologica dei candidati al trattamento estetico, soprattutto quando si tratta di ragazzi e donne, sempre più ossessionati dai canoni di bellezza imposti dai social.
Secondo le stime ufficiali attualmente a disposizione i trattamenti di medicina e chirurgia estetica sono aumentati almeno del 20% nell’ultimo anno; inoltre si stima che le richieste siano cresciute del 67% rispetto al 2019 e addirittura del 130% rispetto al 2020 (dati SICPRE). Condizioni di vita meno confortevoli, l’avvento dello smart working e la maggior sedentarietà hanno portato molte persone a riflettere sulla propria attuale condizione fisica e a far ricorso a delle “tecniche migliorative”. I trattamenti più gettonati vanno dalla esfoliazione profonda della cute all’autotrapianto dei bulbi piliferi, fino ai richiestissimi filler di acido ialuronico, alla tossina botulinica, ai peeling chimici e ai fili di trazione.
“Formare dermatologi e medici preparati e coscienziosi, fornendo loro nozioni e occasioni di approfondimento deve essere missione imprescindibile di SIDeMaST – spiega Maria Carmela Annunziata, Dirigente Medico presso la UOC di Dermatologia Clinica della Federico II di Napoli e Membro della SIDeMaST -. La medicina estetica è finalizzata al raggiungimento e al mantenimento della salute intesa come benessere psicologico e fisico; nella società contemporanea l’immagine costituisce un elemento fondamentale per rapportarsi agli altri e pertanto necessita di cure e cura. È evidente che soltanto un approccio clinico può garantire non solo l’efficacia, ma soprattutto l’adeguatezza dei diversi interventi nel rispetto e salvaguardia del paziente”.
La valutazione dell’aspetto psicologico e psicopatologico è una tappa fondamentale e vincolante all’inizio del percorso dermocorrettivo in quanto disturbi psicologici quali ad esempio i dismorfismi corporei sono sempre più frequenti nell’era dei social.Accertare l’idoneità del paziente ai trattamenti risulta quindi di importanza vitale per il conseguimento del suo benessere psicofisico. Questo aspetto va approfondito in particolare nei pazienti più giovani: uno studio rivela che in Italia il 73% delle adolescenti italiane ha ammesso di aver fatto ricorso a qualche forma di trattamento estetico. Tra i più richiesti quelli per le cicatrici da acne, la rimozione dei peli superflui o delle smagliature; ancora i trattamenti anti-cellulite, quelli per rimpolpare le labbra e i rinofiller. “I trattamenti estetici non sono certamente una novità – spiega Maria Pia De Padova, coordinatrice del Gruppo SIDeMaST di Dermatologia estetica – ma se prima rappresentavano una risorsa per la popolazione più adulta che voleva migliorarsi e apparire sempre al meglio e per quanti volevano correggere i propri difetti fisici, a volte condizionanti, oggi sempre più giovani e in particolar modo i giovanissimi vogliono sentirsi al passo con i look ‘social’, omologandosi ai propri coetanei e a un ideale estetico standardizzato dai social media”.
È fondamentale dunque da un lato saper correttamente indirizzare i pazienti verso i trattamenti più idonei a valorizzare le loro caratteristiche ed eventualmente a correggere le loro imperfezioni e dall’altro lato formare, aggiornare e perfezionare i medici, in particolare i dermatologi, sulle tecniche più all’avanguardia e che possano appieno soddisfare le aspettative dei pazienti. “A questo – conclude la dottoressa De Padova – si unisce, in particolare per i più giovani, l’idealizzazione della bellezza e la convinzione diffusa che il successo nella vita sia in qualche modo intrecciato con gli attributi fisici. Diventa dunque fondamentale valutare come adeguate le procedure di interventi estetici eseguiti nell’interesse della salute e dell’equilibrio psicologico del paziente. Non sono ad esempio incoraggiabili tutte le procedure volte al raggiungimento della bellezza ideale, all’alterazione dei propri tratti etnici che possono successivamente causare vere e proprie crisi di identità”.