Funerali di Berlusconi, cosa prevede il rito ambrosiano – askanews.it

Funerali di Berlusconi, cosa prevede il rito ambrosiano

  Le differenze col rito romano
Giu 14, 2023

Roma, 14 giu. (askanews) – Il feretro incensato all’inizio della celebrazione e non alla fine, lo scambio della pace prima dell’offertorio, niente preghiere dei fedeli, niente agnus Dei. Sono queste le principali differenze tra il rito ambrosiano – con il quale è stato celebrato il solenne funerale di Silvio Berlusconi – e il rito romano. Nei riti iniziali, l’atto penitenziale tipico della liturgia ambrosiana è la triplice invocazione Kyrie eleison (Signore pietà) senza il Christe eleison (Cristo pietà) presente nel rito romano. Quando i lettori si accingono a proclamare le letture bibliche, chiedono e ricevono una benedizione dal sacerdote celebrante.

La professione di fede (il Credo) non è recitata subito dopo l’omelia come nel rito romano, ma è posticipata dopo l’offertorio.

Lo scambio della pace non è immediatamente prima della Comunione, come nel rito romano, ma viene anticipato al termine della Liturgia della Parola, prima della preparazione dei doni.

Prima del Padre nostro il sacerdote compie la frazione del pane consacrato, mentre i fedeli recitano o cantano un’apposita antifona che si chiama “allo spezzare del Pane”. Nel rito romano, invece, al termine della preghiera eucaristica si recita subito il Padre nostro.

Nella messa ambrosiana manca la triplice invocazione “Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi” (Agnus Dei), durante la quale nel rito romano si compie la frazione del pane, dopo la preghiera per la pace e lo scambio di pace. Nel rito ambrosiano infatti dopo la preghiera per la pace, si passa subito alla comunione, perché lo scambio di pace è già stato fatto prima dell’offertorio.

Al termine della messa in rito ambrosiano, la benedizione finale è preceduta dalla triplice invocazione Kyrie eleison, e successivamente alla monizione del celebrante “andiamo in pace”, l’assemblea risponde “nel nome di Cristo”, anziché “rendiamo grazie a Dio” come nel rito romano.