Roma, 9 giu. (askanews) – “Cara Paola, io ti ho sempre seguito e ti ho sempre stimata. Mi dispiace tantissimo sentire questo video e vederti parlare così di me, senza cercare di mettere una buona parola tra me e la comunità Lgbtq+, nonostante, probabilmente, la tua consapevolezza del periodo non troppo piacevole che io sto passando riguardo a questo argomento. Io lo avrei fatto, cioé io avrei cercato il buono e probabilmente avrei cercato di mettere pace. È quello che cerco sempre di fare e per quello mi trovo nei guai. Invece tu avrai preso dei bellissimi applausi mentre infamavi una tua collega. Dicevi cose che secondo me non sono vere, non sono reale, anzi te lo posso assicurare perché riguardano me: non sono vere!”: così Arisa, in una storia su Instagram, replica duramente a Paola Iezzi, del duo Paola e Chiara, dopo le dichiarazioni della collega sulla polemica che ha spinto l’artista di “Sincerità” e “Controvento” a non partecipare al Roma Pride 2023, dopo gli attacchi subiti per avere speso parole di apprezzamento per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Mi piacerebbe che tu avessi visto l’intervista perché avresti detto che sì ‘ha detto che le piace la meloni’, ma ha detto anche che è a favore dei matrimoni e delle adozioni per le persone dello stesso sesso. Questo fa di me comunque una persona che sostiene i diritti delle persone Lgbtq+, cara, dovresti ifnormarti. Non ho selfconfidence? Vediamo. Ho paura di non lavorare? No, tesoro mio, forse tu hai paura di non lavorare, per questo sei schiava di certe cose, io non sono schiava di partito, io non sono schiava di una comunità, non sono schiava di niente, io amo, senza paletti, e dico anche i no, perché amare significa anche dire di no”.
“Se mi incontri per strada non mi salutare, perché a me l’ipocrisia mi fa schifo, la gente ipocrita mi fa schifo, perché io lavoro veramente per la comunità Lgbtq+, non vado in piazza e mi metto i lustrini e ‘viva l’amore’. Cresci, impara che non si parla male degli altri mentre gli altri non ci sono. Ah bella, hai quasi 50 anni e ancora non hai imparato a vivere”, ha concluso Arisa, con un dito medio diretto alla collega.