Roma, 8 giu. (askanews) – Case sommerse dall’acqua, di alcune si vedono solo i tetti. Immagini di devastazione quelle pubblicate sui social network dall’amministrazione comunale di Nova Kakhovka, in Ucraina, riprese da una barca, dopo la distruzione della diga nell’area sotto controllo russo. Inondati villaggi e città, compresa Kherson, migliaia di persone sfollate. Ai danni si aggiunge la preoccupazione per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, si teme possa mancare l’approvvigionamento idrico necessario al sistema di raffreddamento dei reattori.
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha annunciato che rafforzerà la sua presenza presso la centrale. “La possibile perdita della principale fonte di acqua di raffreddamento dell’impianto complica ulteriormente una situazione di sicurezza nucleare già estremamente difficile e impegnativa”, ha detto il direttore generale dell’agenzia, Rafael Mariano Grossi.
Ci sono poi anche le preoccupazioni degli ambientalisti. “Le nuove informazioni di oggi sono che non 150 tonnellate, ma almeno 600 di petrolio sono state rilasciate a causa della distruzione della diga”, spiega Denys Tsutsaiev, attivista di Greenpeace Cee. “Secondo le stime di diversi scienziati, ci vorranno dai tre ai dieci anni perché le diverse specie si riprendano, se alcune di esse riusciranno a riprendersi. Ma probabilmente alcune non saranno in grado di recuperare i numeri precedenti o non si riprenderanno affatto, purtroppo”.