Milano, 8 giu. (askanews) – “Credo che viviamo in un’epoca in cui abbiamo bisogno di eroi più che mai. Ci sono troppe questioni che ci dividono, troppi problemi da risolvere e troppi leader che deludono”. Così Jeffrey S. Stephens, il pluripremiato autore americano, che risponde ad alcune domande di askanews in merito al suo thriller di spionaggio “The Handler”: una storia mozzafiato e una corsa contro il tempo che tiene il lettore incollato al libro sino all’ultima pagina. Un giro del mondo, nel segno della lotta tra il bene e il male, da New York al Pakistan, Parigi, Las Vegas sino al cuore dell’America per contrastare molteplici minacce.
Il romanzo ha per protagonista Nick Reagan, un agente della CIA molto fiducioso, il classico eroe americano che farà di tutto per proteggere il paese che ama: in “The Handler” (Post Hill Press, 2022, disponibile in lingua originale su Amazon.com), Reagan e la sua squadra viaggiano fino ai confini della terra per individuare un terrorista anonimo determinato a scatenare una serie di attacchi contro l’America. “Il personaggio che ho creato, Nick Reagan, si basa in gran parte su un vero agente della CIA che conoscevo da molti anni” dice lo scrittore ad askanews. “Lealtà, integrità e coraggio sono solo alcune delle qualità distintive che ammiro di più, e ho fatto il possibile per infondere in Reagan questi tratti. La storia stessa è più vicina alla realtà della vita moderna di quanto vorremmo. Parte di ciò che ho tentato di ritrarre è che non tutte le persone di una particolare religione o nazionalità sono malvagie o morali. C’è il buono e il cattivo ovunque nel mondo, e spetta a ciascuno di noi scegliere la propria strada. Nel creare Nick Reagan ho scelto il patriottismo, la fiducia e l’affidabilità”.
I lettori incontrano per la prima volta Reagan mentre traccia una scia di indizi sino in Cina alla ricerca del “Ghost Chip”, una nuova tecnologia che trasforma i telefoni cellulari in detonatori e che se cadesse nelle mani dei terroristi, sarebbe un’arma troppo pericolosa.
Ancora una volta nei libri di Stephens, un eroe – non un supereroe – ci ricorda dell’epoca in cui viviamo e in cui abbiamo bisogno di sentirci rassicurati. “C’è troppa violenza inutile inflitta ai nostri simili, uomini e donne”, afferma l’autore. “Di fronte alla realtà della minaccia nucleare da affrontare, alcuni consiglieri del presidente John F. Kennedy gli suggerirono di prendere in considerazione un “primo attacco”. Kennedy rifiutò l’idea, dando una risposta che conteneva il livello appropriato di disgusto mentre diceva: “E noi ci definiamo il genere umano”. Rimango fiducioso per il futuro del genere umano, ma abbiamo bisogno di più uomini e donne come Nick Reagan per portare la fiaccola della libertà”.
(di Cristina Giuliano)