Milano, 8 giu. (askanews) – Carlo Fidanza sceglie il patteggiamento nel processo sull’accordo che ha portato alle dimissioni del consigliere comunale di Brescia Gianfranco Acri. Ma il capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo tiene a precisare: “Non è un’ammissione di colpa, nessuno strumentalizzi”.
In una lunga nota, Fidanza afferma: “Dopo venti mesi di calvario, iniziato con l’assurda inchiesta giornalistica denominata ‘Lobby nera’ e con il suo seguito giudiziario (da cui non è emerso alcun illecito), proseguito con un esposto anonimo dai tratti surreali dal quale è scaturita un’ulteriore inchiesta, ho scelto di lasciarmi questo brutto periodo alle spalle e di affrontare senza più fardelli l’anno che ci separa dalle elezioni europee del 9 giugno 2024, che rappresenteranno un crocevia per il futuro del nostro continente. Per questo, insieme ai miei legali, ho deciso di definire tale procedimento penale, in accordo con la Procura di Milano. Lo faccio a malincuore, perché sono sempre stato fiducioso di poter dimostrare, in sede processuale, la natura esclusivamente politica dell’accordo che portò alle dimissioni del consigliere comunale di Brescia Gianfranco Acri. Tuttavia, a fronte del capo di imputazione mosso – che continuo a ritenere sproporzionato rispetto all’entità dei fatti e poco coerente con dinamiche diffuse nei partiti politici – nonché della probabilità di un processo lungo e dall’esito incerto, ho preferito accettare di definire il procedimento con un patteggiamento”.
E sottolinea: “Lo faccio con serenità poiché, secondo la giurisprudenza più recente, questa scelta processuale non implica assunzione di responsabilità penale, quanto piuttosto un accordo con gli inquirenti sulla definizione della congruità della pena. Nel caso specifico, l’ipotesi di reato viene riformulata in forma molto meno grave e non è prevista l’applicazione di alcuna pena accessoria”.
“Non posso nascondere l’amarezza per essere stato coinvolto in questa vicenda a seguito di un esposto anonimo depositato, non casualmente, poche ore dopo l’apertura dell’indagine ‘Lobby nera’, al solo scopo di approfittare dell’eco mediatica per abbattermi politicamente: un comportamento che da solo basta a qualificare chi se ne è servito. Il dono della fede, l’affetto della mia famiglia e la stima di tanti colleghi (anche di schieramenti opposti), addetti ai lavori, amici, elettori e militanti mi hanno sostenuto nei momenti più difficili. A tutti loro voglio ribadire che in questa vicenda nessuno – tantomeno il sottoscritto – si è messo in tasca indebitamente un solo euro e non è stata commessa alcuna irregolarità nell’utilizzo di risorse europee. Lo sottolineo anche a beneficio di chi – incurante di una militanza politica e istituzionale ormai trentennale e senza macchia – fosse tentato di strumentalizzare questa vicenda assurda, accomunandola a tante altre in cui il politico di turno si arricchiva fraudolentemente alle spalle dei cittadini. Nulla di tutto questo è avvenuto. Forte di questa consapevolezza, continuerò a dedicarmi con ancora maggiore energia ai tanti dossier che mi vedono impegnato negli ultimi mesi di questa legislatura europea e soprattutto a preparare la prossima, che sarà decisiva per lo schieramento conservatore alla cui affermazione ho lavorato incessantemente in tutti questi anni”.