Roma, 3 giu. (askanews) – Rafforzare su tutto il territorio trentino i controlli per la prevenzione e la repressione del bracconaggio. E’ quanto chiede l’Ente Nazionale Protezione Animali alla Provincia Autonoma di Trento all’indomani del ritrovamento del cadavere di un orso nella zona del Monte Peller. «Auspichiamo che, diversamente da quanto accaduto per M62, sul quale la Procura ha aperto un fascicolo d’indagine, l’esame necroscopico possa chiarire le cause del decesso del povero animale, il secondo animale morto in poche settimane. Fare chiarezza è assolutamente necessario – spiega Enpa – non vorremmo che in Trentino qualcuno, fomentato dal clima di odio e di caccia alle streghe, molto in voga presso certi ambienti istituzionali, possa essere tentato di risolvere con la violenza la “questione orsi”». Purtroppo episodi del genere non sono infrequenti in Trentino. «Come dimenticare i tre orsi morti avvelenati in Val di Non tra il 2015 e il 2016?», ricorda la Protezione Animali che sta seguendo con il proprio ufficio legale gli sviluppi della situazione. In particolare, Enpa chiede alla PAT di essere costantemente informata sull’andamento degli esami condotti sul corpo dell’orso. «Se questi non dovessero fornire indicazioni risolutive, come noi speriamo, presenteremo una denuncia per uccisione di animali in modo tale da consentire il proseguimento degli accertamenti. Intanto – conclude Enpa – invitiamo nuovamente la PAT ad abbassare i toni e a porre fine alla sua campagna anti-orso, anche per evitare una escalation del bracconaggio e dell’intolleranza verso i plantigradi».