Milano, 2 giu. (askanews) – Il primo problema della sanità in Italia secondo il ministro della Salute Orazio Schillaci sono le liste di attesa. “Vorrei ridurle. Per farlo servono sì anche soldi ma ci vuole soprattutto un cambiamento culturale. Bisogna lavorare sull’appropriatezza, c’è molta medicina difensiva che porta anche a prescrizioni che non servono. Alle persone vanno fatti gli accertamenti realmente utili. I cittadini devono sempre rivolgersi al medico, non farsi autoprescrizioni. Se si ha mal di schiena non bisogna fare subito la risonanza magnetica, prima è meglio parlare con il dottore. Sugli accessi al pronto soccorso e la specialistica l’inappropriatezza rappresenta almeno un terzo delle prestazioni”. Lo ha detto in un’intervista a La Repubblica.
“Gli infermieri mancano in tutta Europa – ha aggiunto il ministro -. Per questo stiamo pensando ad accordi con Paesi extraeuropei, che potrebbero metterci a disposizione professionisti già ben formati, dal punto di vista sanitario e della conoscenza della nostra lingua. Penso ad esempio all’India. Ha già chiuso protocolli con il Giappone e gli Usa. Hanno una scuola infermieristica di alta qualità e ovviamente tantissimi abitanti”.
Secondo Schillaci è possibile salvare il sistema pubblico “se paghiamo meglio i professionisti e se lo rivalutiamo. La qualità della nostra sanità è ottima, come quella della formazione. E quando si va in ospedale si viene curati bene. Questo è indubbio”. Per quanto riguarda invece il Pnrr: “Vorrei dare più soldi al personale ma la filosofia del Pnrr è quella di investire sulle strutture, le modifiche sono molto difficili. Vedremo, comunque, se riusciremo a ricavare anche una piccola quota per i professionisti della sanità”.
“Chiuderemo la riforma dell’Aifa entro l’estate o subito dopo – ha concluso Schillaci -. Non è vero che prima c’erano pesi e contrappesi, perché comunque il ministero della Salute aveva già le nomine più importanti. E non dimentichiamo che è stata proprio la presenza di un direttore e un presidente, che non andavano d’accordo, a paralizzare l’agenzia negli ultimi due anni. Della nuova commissione unica che approverà i farmaci dovranno far parte i migliori tecnici del settore”.