Roma, 1 giu. (askanews) – Il capo della politica estera del Partito comunista cinese, Wang Yi, ha segnalato la volontà di Pechino di collaborare con Berlino di fronte ai rovesciamenti geopolitici in corso, in un incontro che puntava a preparare il terreno a un’attesa visita del primo ministro Li Qiang in Germania. Lo riferisce oggi il South China Morning Post.
“Cina e Germania dovrebbero lavorare insieme per rendere la settima consultazione intergovernativa Cina-Germania un successo e inviare un segnale positivo all’Europa e al mondo”, ha detto Wang a Jens Plotner, consigliere tedesco per la politica estera e di sicurezza, arrivato nella Repubblica popolare.
Secondo il ministero degli Esteri cinese, Plotner ha affermato che anche la Germania “attende con impazienza” la consultazione e lavorerà con la Cina per accelerare i lavori preparatori.
La coppia ha “scambiato opinioni” sulla guerra in Ucraina, ha detto il ministero degli Esteri. La Germania è stata tra le tappe della recente missione di pace dell’inviato speciale cinese Li Hui, che ha incluso incontri in Ucraina, Russia, Francia, Polonia e Bruxelles.
Prima del suo incontro di ieri con Wang – che è il capo della Commissione esteri del Partito comunista cinese, un incarico che lo pone in una posizione particolarmente elevata nella nomenklatura diplomatica di Pechino – Plotner ha avuto colloqui con il ministro degli Esteri Qin Gang, come parte della pianificazione della visita di Li Qiang a Berlino.
Nessuna delle due parti ha confermato una data per la visita, ma si sono tenuti più incontri per aprire la strada a uno dei primi viaggi di Li in una grande economia sviluppata dalla sua promozione a premier a marzo.
Parlando con il cancelliere tedesco Olaf Scholz a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco a febbraio, Wang aveva affermato che l’incontro proposto aiuterebbe a “tracciare il progetto per lo sviluppo delle relazioni bilaterali per mantenere la cooperazione Cina-Germania in prima linea nel mondo”.
Rispetto all’approccio conflittuale degli Stati uniti, l’Europa sta avendo un atteggiamento più frammentato alla Cina. Per esempio, ha fatto molto scalpore una dichiarazione del presidente francese Emmanuel Macron che, di ritorno da un viaggio nella Repubblica popolare, ha detto che i membri dell’Ue non dovrbebero comportarsi da “vassalli” degli Stati uniti rispetto alla questione di Taiwan e della Cina.
Una composizione tra l’atteggiamento americano e quello europeo rispetto a Pechino si è manifestato nel summit G7 di Hiroshima, nel cui documento finale si è respinta l’idea di un “disaccoppiamento” (“decoupling”) economico e geopolitico dalla Cina per evocare una più vaga nozione di “riduzione del rischio” (“de-risking”). Ma anche questa formula ha provocato perplessità in Europa e irritazione da parte della Cina.
Pechino, dal canto suo, sostiene in ogni occasione che vorrebbe l’Europa stabilizzata e con una sua “autonomia strategica” che consenta di sviluppare relazioni senza l’intervento di terze forze che le turbino (leggi: Stati uniti).