Roma, 1 giu. (askanews) – L’Unione Europea ha annunciato la propria adesione alla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, iniziativa dal valore soprattutto simbolico ma che permetterà di applicare alcune disposizioni anche negli Stati membri che non l’hanno ratificata. L’adesione – che aveva ricevuto il via libera dell’Europarlamento il mese scorso – è stata convalidata dal Consiglio dell’Ue.
La convenzione obbliga gli Stati aderenti ad adottare delle leggi per la lotta contro la violenza sulle donne, le molestie sessuali, le mutilazioni genitali, i matrimoni forzati – oltre a creare dei rifugi per le vittime delle violenze.
L’Ue aveva firmato la Convenzione già nel 2017 ma la ratifica ha subito dei ritardi a causa del mancato consenso fra gli Stati membri: oltre alla Polonia – Paese firmatario ma che intende ritirarsi – anche Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia, Lituania e Slovacchia si sono rifiutate di firmare criticando “l’approccio ideologico” della stessa Convenzione, accusata di incoraggiare l’immigrazione illegale.
Nel 2021 tuttavia la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza in cui autorizzava la ratifica anche in mancanza dell’accordo unanime dei Paesi membri, aprendo così la strada al processo di adesione grazie in particolare alla presidenza di turno svedese.
L’adesione si applica a tutti i Ventisette Paesi membri, ma solo per quelle disposizioni che riguardano le competenze esclusive dell’Ue, ovvero la cooperazione in materia penale, il diritto di asilo e il divieto di respingimento.