Roma, 31 mag. (askanews) – Un’altra battaglia per il diritto a morire dell’associazione Coscioni, questa volta a fianco di Laura Santi, 48 anni, malata di sclerosi multipla che ormai 400 giorni fa ha chiesto il completamento della procedura per accedere all’aiuto al “suicidio assistito”. Ha annunciato azioni legali intraprese contro ritardi e omissioni della sanità umbra.
“In questo momento voglio ancora vivere ma la mia vita è diventata sempre più dura, la quotidianità è diventata una lotta. Mi batto per poter avere una porta aperta nel caso le mie condizioni peggiorassero”.
Mi batto anche per gli altri malati, dice Laura Santi. L’accesso al suicidio assistito è garantito da una sentenza costituzionale del 2019, ricorda l’avvocata Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni, che ha depositato una denuncia contro l’AUSL Umbria 1:
“Oggi abbiamo chiesto alla magistratura di intervenire per accertare le responsabilità della mancata risposta a Laura Santi e nel contempo abbiamo chiesto al giudice civile di ordinare all’azienda sanitaria locale di completare la procedura affinché il diritto di scelta di Laura Santi sia rispettato.
La prima udienza relativa al ricorso d’urgenza è fissata per il 20 giugno. Il reato contestato è omissione di atti d’ufficio. Da un iter legislativo simile scaturì la sentenza nel caso di Federico Carboni, primo italiano ad aver avuto accesso al suicidio assistito, ricorda il tesoriere dell’associazione Coscioni, Marco Cappato:
“Il suo diritto è riconosciuto dalla Corte Costituzionale; noi siamo qui per aiutarla ad impedire il boicottaggio delle leggi che abbiamo anche con azioni di disobbedienza civile e con le lotte dell’associazione Luca Coscioni”.