Cotignola (Ravenna), 31 mag. (askanews) – La furia d’acqua che si è abbattuta sulla Romagna non ha risparmiato nessuno, nemmeno gli ospedali e le case di cura. A Cotignola, nel ravennate, una delle zone più colpite dall’alluvione, il Maria Cecilia Hospital ha dovuto evacuare 180 pazienti, di cui 16 di terapia intensiva.
“Abbiamo passato gli ultimi dieci giorni a cercare di rimettere a posto la struttura, a controllare gli impianti e le reti informatiche per far sì che i nostri pazienti potessero essere nuovamente assistiti presso questa struttura” ha spiegato Lorenzo Venturini, AD Maria Cecilia Hospital. I danni sono stati tanti, ma in questi dieci giorni la continuità di cura è stata garantita presso le altre strutture del gruppo in Emilia-Romagna.
“Il nostro piano interrato – ha ricordato Venturini – conteneva le tecnologie di più alta avanguardia, in particolar modo la radioterapia e la gamma Gamma Knife. Erano interamente coperte d’acque e lo sono state per un paio di giorni. Abbiamo la necessità di qualche giorno a disposizione per poter valutare interamente l’impatto dei danni dell’alluvione su questi macchinari”.
Dopo la pulizia e la sanificazione – avvenuta a tempo di record anche grazie alla dedizione dei collaboratori e dei medici – l’ospedale di Cotignola è tornato nuovamente a disposizione delle persone del territorio, proprio nel giorno della visita alle zone alluvionate del presidente della Repubblica. “Questa mattina ho avuto modo di salutare il nostro presidente Mattarella e il presidente della Regione Bonaccini – ha detto Ettore Sansavini, presidente di GVM Care & Research -. Mi hanno invitato a portare il loro saluto e la loro testimonianza a tutti i nostri operatori, con i complimenti per quello che siamo riusciti a fare in così breve tempo”.