Cannes (Francia), 26 maggio (askanews) – Alice Rohrwacher racconta con il suo stile tra fiaba e realtà il mondo dei tombaroli ne “La chimera”, in concorso al festival di Cannes. Siamo negli anni Ottanta e una sgangherata banda si immerge nelle viscere della terra per rubare reperti archeologici etruschi e poi rivenderli a mercanti d’arte senza scrupoli. La banda è guidata da un giovane uomo, interpretato da Josh O’Connor, che “sente” il vuoto della terra in cui si trovano le vestigia del passato.
“Come è possibile trasgredire la legge dei vivi e la legge dei morti? Come ci si sente? Mi ha intrigato molto questa vicenda, quindi ho intervistata moltissimi tombaroli, tanti archeologi, tante forze dell’ordine che si sono occupate di inseguire i tombaroli. Ne è nato un racconto molto corale, che affronta un tema molto importante, cioè la relazione che abbiamo con il passato, anche, diciamo, con l’aldilà”.
Nel film ci sono vari omaggi, a due Maestri come Fellini e Pasolini, e non solo. “Sono degli omaggi sicuramente legati alla condivisione di una storia comune. Forse, se faccio un passo indietro, un omaggio alla nostra identità, stratificata, un’identità piena di popoli diversi, piena di stranieri. Un’identità italiana, mediterranea, etrusca, ma insomma di tutto quel grande misto di popoli che ha poi creato il nostro Paese”.
Infine, a proposito della sua presenza in concorso a Cannes con tanti Maestri, la regista dice: “Mi sento come la sorella minore che è stata invitata alla festa dei grandi e che si mette in un angolo a guardarlo. Abbiamo Bellocchio, abbiamo Moretti, abbiamo Aki Kaurismaki. Io tra un po’ svengo”.