Oslo, 25 mag. (askanews) – Una Oslo spesso soleggiata e a tratti molto calda ha accolto la tre giorni della conferenza globale su spazio e cambiamento climatico, GLOC 2023, organizzata dalla International Astronautical Federation. Un momento di confronto e dibattito che ha visto più di 600 partecipanti da 45 Paesi, con la presenza di rappresentanti delle Nazioni Unite, del governo norvegese, della NOAA statunitense, di agenzie spaziali come NASA, ESA, JAXA, ASI, oltre che delle principali aziende del settore.
“Molte persone – ha detto ad askanews il presidente della IAF, Clay Mowry – ancora non capiscono quanto lo spazio ha impatto sulla loro vita di tutti i giorni. Per questo è ancora più importante che noi facciamo la propria parte sul tema del cambiamento climatico. Siamo convinti che nel futuro il nostro ruolo diventerà ancora più importante. Oggi stiamo pensando a nuove applicazioni satellitari, sia a livello pubblico sia privato, per permettere di capire che cosa succede nell’atmosfera”.
Uno dei punti principali intorno a cui si è dibattuto nel Radisson Hotel di Oslo è stato quello dell’osservazione del nostro pianeta, legato alla raccolta dei dati satellitari, nell’ottica di arrivare a comprendere meglio le dinamiche del clima e fornire delle previsioni sui possibili scenari futuri. Nella prospettiva anche di affrontare misure di adattamento e di mitigazione dei fenomeni climatici più estremi, che da fuori l’atmosfera terrestre possono essere studiati in maniera più accurata. Per questo, come ci ha confermato il responsabile dell’osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Italiana Francesco Longo, il messaggio che arriva da Oslo contiene speranze e possibilità.
“C’è un grandissimo ottimismo – ci ha detto Longo -. Noi siamo venuti qui proprio per pensare alle missioni che in futuro potranno contribuire alla lotta al cambiamento climatico. Abbiamo parlato con la NASA per una missione con ASI sui greenhouse gases, proprio sul ciclo dei gas a effetto serra, uno dei maggiori problemi a livello climatico e che necessita di misurazioni per sapere esattamente di che cosa stiamo parlando. E l’unica misura che è possibile avere è quella dallo spazio”.
Naturalmente nessuno si è nascosto la gravità della situazione e la difficoltà di raggiungere gli obiettivi che erano stati fissati a Parigi, ma il settore spaziale, in questo primo evento globale interamente dedicato al cambiamento climatico, ha voluto anche ribadire l’impegno per lavorare al fianco della comunità scientifica nell’ottica di evitare la catastrofe ambientale sulla Terra. Oltre che presentare le già numerose iniziative che i vari soggetti portano avanti in tema di monitoraggio dei ghiacci, difesa degli oceani e delle foreste, sostenibilità agricola e supporto in caso di calamità naturali. Il tempo resta poco e la sfida è la più rilevante del nostro tempo.
(Leonardo Merlini)