Roma, 22 mag. (askanews) – “Non ce l’ho con le contestazioni, che sono sempre ammissibili in democrazia. Penso però che avrebbe dovuto esserci una condanna unanime nei confronti di quello che è accaduto: invece a sinistra c’è stato un preoccupante silenzio o peggio un tentativo di rovesciare la realtà”. Così la ministra per la Famiglia e le Pari opportunità Eugenia Roccella in una intervista a Il Tempo torna sulla polemica per i fatti accaduti al Salone del Libro di Torino.
A Torino, racconta, “con metodi aggressivi e illiberali è stato negato il diritto di parola a una persona che era stata semplicemente invitata a presentare un libro nel luogo che dovrebbe essere il più aperto a ogni opinione. Considerato che sono gli stessi che ogni giorno gridano all’allarme fascismo”. E anche “il direttore del Salone del Libro Nicola Lagioia, che “ha provato a mediare”, “di fronte al rifiuto dei manifestanti non ha ritenuto di prendere una posizione chiara ed esplicita contro chi nega il diritto di parola”.
A sinistra, prosegue, “hanno cercato pretesti, davvero ridicoli e surreali, per ribaltare le accuse arrampicandosi sugli specchi. Ormai è un dato di fatto che gli attacchi alla libertà di espressione vengono da sinistra e cioè proprio da quella parte politica che si professa paladina dei diritti, ma ha problemi a rispettare la libertà di chi la pensa diversamente”, conclude Roccella.