Roma, 16 mag. (askanews) – Molto da decidere ai ballottaggi del prossimo 28 e 29 maggio, dove si sceglierà il sindaco in sei capoluoghi di provincia e in uno di regione, e altrettanto da riflettere all’interno delle coalizioni sul tema centrale – soprattutto per la galassia frammentata del centrosinistra – delle alleanze. Da fare prima delle elezioni e “con più coraggio”, suggerisce oggi il capogruppo Dem al Senato Francesco Boccia, e non solo in vista dei ballottaggi. Che, peraltro, cadono in date importanti: quel fine settimana, infatti, saranno aperti i seggi per le elezioni amministrative in comuni della Sicilia e della Sardegna (solo due sopra i 15mila abitanti, Assemini e Iglesias), con eventuale turno di ballottaggio l’11 e 12 giugno. Al voto in Sicilia i capoluoghi di provincia Catania – dove i candidati sono otto e i sondaggi indicano come favoriti Enrico Trantino del centrodestra e Maurizio Caserta del centrosinistra più M5s -, Siracusa, Ragusa e Trapani.
Il Pd di Elly Schlein – che oggi tirerà le somme di questa tornata in una conferenza stampa alle 14,30 al Nazareno -, la cui mission dichiarata è quella di riunire e riconquistare il popolo di centrosinistra in un dialogo più stretto e trasparente con il vertice del partito, vince al primo turno solo a Brescia e Teramo ma non funziona a Pisa, dove la segretaria aveva scelto di fare il suo comizio di chiusura nella speranza di riportare ‘a casa’ la città, e soprattutto rischia di perdere la storica roccaforte di Ancona. Dal centro lancia una sorta di appello il capogruppo di Azione-Italia Viva alla Camera Matteo Richetti: “Non c’è l’effetto Schlein non tanto rispetto al portato della nuova segretaria del Pd, quanto rispetto al fatto che il centrosinistra va molto bene quando è sul profili riformisti e di governo, non massimalisti. Laura Castelletti (neo sindaco a Brescia, ndr), che non è del Pd, dimostra che quando la coalizione di centrosinistra fa uno sforzo di innovazione e di governo può risultare vincente”. Dalla riflessione sui ballottaggi, comunque, non può restare fuori quanto si muove nel centrodestra dove si spinge per la revisione o addirittura l’abolizione del secondo turno, attualmente previsto nei comuni con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti. Se non ci fosse stato il ballottagio, infatti, i comuni vinti tout court dal centrodestra sarebbero, a guardare i risultati, molti di più, di certo la maggioranza si sarebbe aggiudicata cinque capoluoghi di provincia in più.
Il bilancio della tornata elettorale vede 4 capoluoghi assegnati al centrodestra (Sondrio, Treviso, Latina e Imperia) e due al centrosinistra (Brescia e Teramo). L’affluenza complessiva nei 595 comuni in cui si votava è stata del 59,03%, in calo di due punti percentuali rispetto al 61,2% delle passate amministrative.
Al ballottaggio va, inaspettatamente Pisa dove il candidato del centrodestra Michele Conti ha mancato di un soffio la vittoria, fermandosi al 49,9% dei consensi, inseguito da Paolo Martinelli, del centrosinistra con il 41,1%, che lo sfiderà al secondo turno. Al ballottaggio altri sei capoluoghi. Ad Ancona il candidato del centrodestra, Daniele Silvetti è in testa con il 45,1% delle preferenze, davanti alla sindaca uscente del centrosinistra, Ida Simonella, con il 41,3%. A Brindisi la sfida è tra Giuseppe Marchionna del centrodestra al 44% e Roberto Fusco, candidato di Pd e M5s, al 33,3%. A Siena, un tempo città “rossa” passata nel 2018 al centrodestra a trazione leghista, il Pd non è riuscito nella riconquista al primo turno ma anzi è in netto vantaggio la candidata del centrodestra: Nicoletta Fabio (30,5%) si contenderà la poltrona da prima cittadina con la candidata del centrosinistra Anna Ferretti (28,8%).
Anche Massa, dove il centrodestra si è presentato diviso, vedrà un ballottaggio tra il candidato di Lega e Forza Italia, Francesco Persiani (35,4%) ed Enzo Ricci (30%), sostenuto dal centrosinistra. Paga la spaccatura della coalizione Marco Guidi (19,99%) appoggiato da Fratelli d’Italia, Noi Moderati e Nuovo Psi. A Terni la partita è tra Orlando Masselli del centrodestra con 35,8%, e Stefano Bandecchi, di Alternativa popolare, patron di Unicusano e della Ternana calcio che ha ottenuto il 28,1%. Resta fuori dal ballottaggio, per la prima volta il centrosinistra che con Josè Maria Kenny si è fermato al 21,9%. A Vicenza il ballottaggio sarà tra Giacomo Possamai, capogruppo Pd alla Regione Veneto, sostenuto da quattro liste civiche, arrivato al 46,1% e Francesco Rucco, espressione del centrodestra con il 44,1%.