Rotterdam, 15 mag. (askanews) – Tappa in Olanda per la diplomazia della crescita promossa dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Una missione, quella odierna a Rotterdam, che ha avuto il duplice scopo di rafforzare la collaborazione politica e la cooperazione economica con i Paesi Bassi, primo investitore estero nel nostro Paese, sesto partner commerciale al mondo dell’Italia e settimo mercato di sbocco delle esportazioni italiane, con un interscambio record di oltre 55 miliardi di euro, cresciuto del 27,5% nel 2022. Un rapporto, quello tra i due Paesi, che l’Italia e l’Olanda intendono “rafforzare” – ha detto Tajani -, per consentire alle imprese di crescere e di lasciarsi definitivamente alle spalle le difficoltà create dalla pandemia, seppure in un periodo che vede una sanguinosa guerra alle porte dell’Europa. Incoraggianti, da questo punto di vista, sono state le previsioni di primavera della Commissione europea sulla crescita del Pil italiano nel 2023, che si attesterà intorno all’1,2%, in aumento rispetto allo 0,8% previsto nelle stime invernali. Un dato, ha detto il ministro, che dimostra il buon lavoro fatto dal governo.
Il Business Forum organizzato nella città olandese nell’ambito del Tavolo di dialogo Vanvitelli, a cui hanno partecipato in presenza oltre 50 aziende e molte altre collegate in streaming, nasce dunque con l’obiettivo di procedere sul percorso avviato con la visita a novembre del presidente Sergio Mattarella e proseguito a marzo con l’incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro Mark Rutte. Significativa è stata la presenza di tutte le componenti del Sistema Italia economica: grandi aziende, PMI, attori economici e finanziari statali, associazioni di categoria. “Abbiamo deciso di trasformare questo gruppo di lavoro che si riunisce ogni anno in una opportunità per le nostre imprese”, ha spiegato Tajani, individuando nei settori dell’alta tecnologia, dell’agricoltura, dell’agroindustriale e dei semiconduttori, le principali aree di intervento e cooperazione.
I rapporti con l’Olanda, d’altra parte, sono “ottimi”. Le imprese italiane presenti nei Paesi Bassi sono 337, con circa 18.000 dipendenti. Sono particolarmente attive nei comparti farmaceutico, manifatturiero e alimentare, e rilevante è il loro apporto al tessuto produttivo locale, con 5,7 miliardi di euro di fatturato. Un numero significativo di aziende italiane è attivo poi in settori come quello energetico, agroindustriale, industriale, infrastrutturale, della moda e dell’arredamento. In generale, le imprese italiane “fanno affari per 220 miliardi l’anno”, ha detto Tajani, avvertendo però che “si può fare di più”, ad esempio aumentando l’interscambio nel grande mercato interno dell’Ue. Una convinzione condivisa dal presidente dell’Ice, Matteo Zoppas, che nella città olandese ha insistito sulla necessità di incentivare le esportazioni in quei settori che qualificano meglio il Made in Italy: “alimentare, lusso e design”.
Ma il titolare della Farnesina e il suo omologo Wopke Hoekstra – che lo ha accolto al suo arrivo e con il quale Tajani ha avuto anche un incontro bilaterale -, pensano anche a un rafforzamento della cooperazione in altri ambiti, come la “lotta al crimine organizzato, la sicurezza dei porti, la lotta ai prodotti contraffatti”. E il contrasto ai flussi migratori. L’Olanda deve far fronte in particolare a quella che Tajani ha definito una “migrazione secondaria”, ovvero l’arrivo di cittadini già entrati illegalmente in un paese europeo. L’Italia, invece, continua ad essere un Paese di primo approdo, che non può sostenere “da solo” il peso di una situazione “che può peggiorare di giorno in giorno”.
“Stiamo discutendo con tutti i nostri alleati europei perché la questione migratoria deve prevedere una strategia a medio e lungo termine in Africa”, ha confermato Tajani a questo proposito. “Per questo abbiamo parlato di un Piano Marshall e un Piano Mattei. Ma l’Italia da sola non basta per affrontare l’emergenza”, ha avvertito, spiegando di avere trovato in Olanda “molta attenzione” sulla “difesa delle frontiere esterne” e sul “coinvolgimento dell’Europa”. “Abbiamo cominciato un dialogo partendo con il piede giusto. Mi sono sembrati molto attenti e non chiusi di fronte alle richieste italiane”, ha insistito il ministro. Il tema resta comunque delicato e con Hoekstra e il suo Paese bisognerà trovare una convergenza nel prossimo futuro: nonostante le rassicurazioni del ministro olandese sulla volontà di collaborare, le distanze con l’Aja sulla gestione dei flussi restano infatti ancora evidenti.
In ogni caso, ha sottolineato Hoekstra, la visita di Mattarella e oggi quella di Tajani dimostrano la “straordinaria amicizia tra Italia e Paesi Bassi”, che hanno “molte più cose in comune, sulle quali costruire”, rispetto ai motivi di “divergenza”, in relazioni bilaterali che restano “eccezionalmente forti”. “E’ molto importante guardare cosa possiamo fare insieme anche su temi internazionali, rispetto ai quali siamo allineati”, ha commentato il ministro, citando la sicurezza in Europa, l’assistenza all’Ucraina e “il modo in cui mantenere sicuro l’Indo-Pacifico e il resto del mondo”. (di Corrado Accaputo)