Milano, 15 mag. (askanews) – La settimana appena iniziata sarà instabile e perturbata a più riprese, da Nord a Sud; insomma, la primavera sta mostrando tutto il suo lato più eclettico, e all’orizzonte non si vedono figure anticicloniche tali da dispensare un lungo periodo di stabilità atmosferica.
Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che questa fase di acuto maltempo prende origine da una vasta area di bassa pressione presente sull’Europa, che per tutta la settimana continuerà a pilotare masse d’aria di origine polare verso il bacino del Mediterraneo. Le correnti fredde in ingresso andranno ad alimentare una ciclogenesi esplosiva sul mar Tirreno. Non è un termine inventato, bensì una precisa definizione meteorologica: un ciclone bomba (o, appunto, ciclogenesi esplosiva) avviene quando un’area di bassa pressione posta alle medie latitudini vede la pressione atmosferica scendere nel suo minimo barico ad una velocità di almeno un millibar (hPa) all’ora per almeno 24 ore. Nella pratica questo si traduce in precipitazioni abbondanti, anche sotto forma di nubifragio e violente raffiche di vento.
Il rischio collegato a queste configurazioni è che si verifichino eventi meteo estremi come nubifragi e, nei casi più eccezionali, le cosiddette ‘alluvioni lampo’ che solitamente interessano fasce ristrette di territorio, scaricando al suolo ingenti quantità d’acqua. Secondo gli ultimi aggiornamenti saranno maggiormente a rischio le regioni del Nord Est e quelle tirreniche del Centro Sud dove localmente potrebbe cadere fino ad oltre 200/300 l/mq di pioggia in pochissimo tempo, l’equivalente cioè delle precipitazioni attese in oltre 2 mesi. Andrà prestata particolare attenzione anche ai burrascosi venti che soffieranno lungo le coste tirreniche con punte ad oltre 120 km/h (raffiche quindi da Uragano, secondo la scala Beaufort) e il rischio più che concreto di mareggiate specie lungo i litorali di Lazio, Campania e Calabria.
In ultimo, tornerà anche a cadere la neve sulle nostre montagne: complice le temperature tutt’altro che calde: i fiocchi bianchi potrebbero scendere fin verso i 1400/1500 metri di quota sulle Alpi centro orientali. Un evento di tutto rispetto per essere ormai a metà Maggio e che non capita da alcuni anni.