Roma, 10 mag. (askanews) – Nel pomeriggio di oggi, a Padova, è iniziato il presidio permanente con studenti e studentesse che si sono accampati davanti Palazzo del Bo, sede centrale dell’Ateneo patavino, per protestare contro il caro affitti, sulla scia di quanto successo a Milano, Roma, Firenze e Torino. Gli studenti dormiranno in tenda finché non verranno ascoltati dalla Rettrice, dal sindaco e dall’assessora Donazzan.
“Rispondiamo con la mobilitazione anche da Padova: inizia oggi pomeriggio il nostro presidio permanente contro il caro affitti. Vogliamo soluzioni concrete e tempestive per la residenzialità pubblica studentesca e non ci fermeremo finché non avremo risposte.” Dichiara Domenico Amico, Coordinatore di Studenti Per Udu Padova, “La Regione deve prendersi le sue responsabilità, per questo chiediamo un tavolo di confronto con lei e i rappresentanti degli studenti in ESU, l’ente per il diritto allo studio regionale. La propaganda di questa destra inadeguata e incapace prova ad incolpare i sindaci, ma è imbarazzante che chi è al Governo non sappia che il diritto allo studio è responsabilità regionale. In Veneto la destra governa da vent’anni e l’ultima residenza pubblica dell’ESU è stata costruita alla fine degli anni 80. A fronte di 14.000 richieste per i posti in residenza, i letti disponibili sono a malapena 1200 circa, non si copre nemmeno il 5 per cento del fabbisogno. E’ così che la destra si occupa del diritto allo studio: ignorando completamente la comunità studentesca.”
Poi si aggiunge: “In quanto studenti viviamo in una situazione precaria e vediamo spesso negati i nostri diritti: oggi ho voluto anche io accamparmi in presidio davanti Palazzo del Bo, perché il diritto allo studio deve essere una priorità della classe politica. L’Università non può essere accessibile solo a chi può permettersi un affitto da 400 o 500 euro al mese e oggi, a Padova come in tutta Italia, il rincaro dei prezzi dell’affitto è spaventoso. Viviamo in un contesto in cui i privati continuano a speculare sugli studenti e sui loro diritti, mentre sempre più persone sono costrette a studiare lavorando o a rinunciare agli studi. Ma la lotta della nostra generazione è chiara: vogliamo vivere con dignità e poter studiare senza avere l’ansia di non riuscire a sostenere le spese dell’affitto, pretendiamo che le Istituzioni si attivino concretamente, chiediamo che i nostri diritti siano garantiti e non ci fermeremo finché non avremo risposte.”