Roma, 9 mag. (askanews) – “Einstein Telescope è un sogno. Per noi scienziati è il sogno di costruire una nuova infrastruttura di ricerca di quelle che spostano avanti le frontiere della conoscenza, che si costruiscono una volta ogni 50 anni nella storia di una nazione e che veramente possono spostare le frontiere della conoscenza e possono avere un impatto enorme sul territorio”. Lo ha detto il presidente dell’INFN Antonio Zoccoli intervenendo all’evento “Einstein Telescope: la grande infrastruttura di ricerca europea” – organizzato da Mur, Regione Sardegna e INFN – in svolgimento a Cagliari nell’ambito del XIII Simposio della Collaborazione Scientifica internazionale Einstein Telescope in programma fino al 12 maggio, a cui partecipano centinaia di rappresentanti della comunità scientifica europea.
Al centro dell’evento la candidatura dell’Italia a ospitare il futuro rivelatore europeo di terza generazione per la ricerca sulle onde gravitazionali in Sardegna, nell’area della miniera dismessa di Sos Enattos, tra i Comuni di Bitti, Lula e Onanì, in competizione con un altro sito collocato nell’Euregio Mosa-Reno.
“Il nostro sogno come scienziati – ha detto Zoccoli – è usare questa infrastruttura per capire i segreti dell’Universo più profondo, addentrarci sempre più indietro nel tempo verso l’origine dell’Universo e capire cosa succede nei primi istanti sfruttando ad esempio il collasso di due buchi neri o di due stelle di neutroni. In questi eventi catastrofici vengono emesse le onde gravitazionali che arrivano, viaggiando nel tempo, fino a noi, portando dell’informazione, come dei messaggeri. L’idea è quella di prendere le informazioni che ci portano le onde gravitazionali, combinarle con le informazioni che ci portano gli altri messaggeri – che possono essere la luce visibile, i raggi X, i raggi gamma, i neutrini e le altre particelle che arrivano dallo spazio profondo – per avere una visione dell’Universo e delle leggi che lo governano più solida. Abbiamo ancora tante cose che non capiamo. Sappiamo – ha aggiunto – che l’Universo è fatto per il 5 % di materia ordinaria, quella di cui siamo fatti noi, ma il 95% è fatto da materia oscura ed energia oscura e ancora non sappiamo cosa siano. Quindi abbiamo tantissimi segreti da capire. E questa sarebbe veramente l’infrastruttura che ci permette di aprire delle porte, di voltare delle pagine nel libro della natura”.
“Abbiamo scelto il sito di Sos Enattos – ha spiegato il presidente dell’INFN – perché la Sardegna è una delle regioni geologicamente più stabili al mondo e quindi uno dei posti ideali per fare questo tipo di ricerche. É anche una zona poco popolata e meno interferenze antropiche ci sono e più le misure possono essere precise. E poi è un posto unico al mondo, bellissimo”.
“Questo sogno – ha detto ancora Zoccoli – abbiamo cercato di trasmetterlo ai nostri governanti. Abbiamo parlato con il presidente della Regione Sardegna che ci ha sempre sostenuto, con il ministro Bernini che si è entusiasmata e ci ha aiutato tantissimo in questa fase, ha sostenuto il progetto, ha costituito un gruppo di sostegno”, il comitato tecnico scientifico per la candidatura dell’Italia a ospitare ET di cui fanno parte oltre allo stesso Zoccoli il premio Nobel Giorgio Parisi, Marica Branchesi (GSSI) esperta di onde gravitazionali, Nando Ferroni (ex presidente dell’INFN, oggi al GSSI) e l’ambasciatore Ettore Sequi.
“La cosa più bella – ha concluso Zoccoli – è vedere che in Italia, dove spesso si dice che non funziona niente, ci sono tante persone che lavorano insieme per raggiungere questo obiettivo ambiziosissimo. Sono felice di vedere che in tanti condividiamo questo sogno di costruire questa infrastruttura unica in questa terra”.