Bologna, 6 mag. (askanews) – “Una bellissima piazza, una partecipazione enorme. Ringrazio tutti: la gente non cade nella propaganda” del governo, “c’è bisogno di cambiare”. Infatti “le politiche che sta facendo il governo non hanno il consenso del paese e c’è bisogno di cambiare musica”. Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, nella giornata di mobilitazione indetta da tutte e tre le sigle sindacali a Bologna “Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti”. Durante il corteo della Cgil il segretario ha aggiunto, in merito alla possibilità di organizzare uno sciopero generale: “Non escludiamo nulla, gli scioperi generali non si minacciano ma si fanno quando è il momento di farli”.
Per Landini “occorre combattere la precarietà, aumentare i salari e per questo c’è bisogno di una riforma fiscale che colpisca la rendita e dia davvero spazio ai salari e alle pensioni e politiche che mettano al centro la qualità del lavoro e lo sviluppo del paese”. Oggi a Bologna, ha affermato, “è solo l’inizio. Il messaggio è che noi abbiamo bisogno di unire e non dividere il paese”.
“Andremo avanti. Una giornata come questa, con una piazza così piena che non si vedeva da tempo, con gente che non è riuscita a entrare, manda un solo segnale: dove c’è l’unità dei lavoratori e delle organizzazioni, dovremo andare avanti. E noi non ci fermeremo fino a quando non avremo portato a casa i risultati. Fino alla fine” ha detto Landini. “Vogliamo unire il paese non dividerlo – ha aggiunto Landini -.
E’ già abbastanza diviso questo paese. Abbiamo bisogno di guardare avanti. Per questo abbiamo detto al governo che non
siamo più disponibili ad andare avanti come ha fatto in questi quattro mesi”. Questo governo, ha aggiunto il segretario “oggi
con noi non vuole discutere. E’ un insulto essere chiamati la domenica sera per dirci cosa voglio fare la mattina dopo per comunicarci quello che hanno già deciso loro”.
E’ già abbastanza diviso questo paese. Abbiamo bisogno di guardare avanti. Per questo abbiamo detto al governo che non
siamo più disponibili ad andare avanti come ha fatto in questi quattro mesi”. Questo governo, ha aggiunto il segretario “oggi
con noi non vuole discutere. E’ un insulto essere chiamati la domenica sera per dirci cosa voglio fare la mattina dopo per comunicarci quello che hanno già deciso loro”.