Bologna, 4 mag. (askanews) – La conta dei danni è già cominciata, ma parlare di stime è troppo presto. Anche perché l’emergenza maltempo in Emilia-Romagna continua, non si può abbassare la guardia, in particolare sull’Appennino per il pericolo di frane e micro-frane dove “al momento l’attenzione resta massima”. A fare il punto sull’emergenza è il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che ha incontrato i sindaci e i volontari della Protezione civile a Faenza, nel ravennate, e a Imola, nel bolognese. Dopo l’invio, ieri, della richiesta di stato di mobilitazione del sistema di Protezione civile nazionale in Emilia-Romagna, subito accolta dal ministro Nello Musumeci, fra i temi prioritari entra ora quello dei rimborsi per i danni generati.
“Questa mattina – ha detto Bonaccini – ho inviato alla Presidenza del Consiglio dei ministri una determinazione che non quantifica i danni, ma è una procedura speditiva d’emergenza per poter accedere a un primo stanziamento in tempi brevi. Il rendiconto completo lo faremo comunque rapidamente, come è sempre accaduto in altre situazioni simili: inizieremo a lavorare già dalle prossime ore con i nostri tecnici, in collaborazione con i Comuni”.
Come già constatato ieri “siamo di fronte a un evento eccezionale, con precipitazioni persistenti di dimensioni tali che non si erano mai verificate in così poco tempo – ha aggiunto il governatore -. Ora, il nostro impegno è lavorare insieme per tornare il prima possibile alla normalità. Al momento, resta massima l’attenzione sull’Appennino per il pericolo di frane e micro-frane. Parliamo di un territorio colpito prima dalla siccità e poi da un’impressionante caduta d’acqua. E ci tengo a ribadire, qui nei luoghi maggiormente colpiti, che faremo tutto ciò che serve per assistere chi ha bisogno, adesso nell’emergenza e dopo, quando il ritorno alla normalità dovrà essere accompagnato con i risarcimenti dovuti e tutto il sostegno necessario”.
L’evoluzione della situazione ha portato al passaggio dello stato di allerta da rosso ad arancione. Al momento permangono situazioni di rotture/esondazioni sul Lamone nel ravennate, non ancora risolte. Il livello d’acqua nelle campagne è alto, lambisce anche il centro cittadino. Quasi risolta, invece, la rottura dell’argine sinistro del Sillaro; rilevate piccole criticità sul Quaderna e sul Senio, dove sono state fatte alcune evacuazioni. Nella giornata di ieri, i Vigili del fuoco hanno effettuato oltre 800 interventi; altri 185 sono in coda nel ravennate e nel forlivese. Sono stati mobilitati anche mezzi meccanici per rimuovere terra, fango, detriti; ma anche droni, battelli, mentre da Venezia un elicottero ha integrato quello di Bologna.
Come stabilito dal Dipartimento nazionale di Protezione civile, a partire da stasera saranno operative colonne mobili di Veneto e Toscana a Castel Bolognese e a Imola, per effettuare la pulizia delle case e il pompaggio delle acque. Sono pronte a intervenire se richiesto anche altre cinque regioni. Su richiesta delle Prefetture di Ravenna e Bologna, sono state attivate squadre dell’esercito per il monitoraggio degli argini dei fiumi.